Enpa e Oipa ricorrono al Consiglio di Stato per l’orso M57: una condanna a vita illegittima e del tutto ingiustificata

L’Ente nazionale protezione animali (Enpa) e l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) chiedono al Consiglio di Stato giustizia per M57, il giovane orso che da  quattro mesi langue nella gabbia del Casteller, a Trento, sulla base di una condanna sommaria e senza fondamento: una disposizione addirittura orale impartita dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha violato il dettato del Pacobace, della Direttiva 43/93 Habitat, della Convenzione di Berna, del Dpr n. 357 del 1997, per la mancanza di una vera istruttoria sullo svolgimento dei fatti e di qualunque coinvolgimento dell'Istituto scientifico nazionale di riferimento, l'Ispra. Quest’ultimo, infatti, non è stato mai informato, contra legem, né prima, né durante, né dopo la cattura dell'animale.
«Ci ha sempre inquietato la serie di circostanze del contatto avvenuto nella notte del 23 agosto scorso tra l'animale e il giovane carabiniere», affermano le due associazioni. «Un contatto che si è verificato di notte, in una zona boscata nei pressi del lago di Andalo, dunque nel pieno habitat dell'animale e in uno scenario che la stessa Provincia sconsiglia nelle sue regole di comportamento che evidentemente non sono state rispettate».
Al Consiglio di Stato chiediamo la sospensiva degli atti che hanno portato alla cattura di M57, ma non solo. Chiediamo anche che siano poste in essere immediatamente tutte le azioni utili al trasferimento dell'esemplare in un recinto più grande e idoneo a garantirne il benessere, al fine di disabituarlo alla presenza umana per prepararlo alla definitiva reintroduzione in natura.

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