Enpa di Rovereto: stop alla potatura degli alberi

L’Ente Nazionale Protezione Animali opera nel campo della tutela degli animali e dell’ambiente. A tal fine accoglie e fa proprie le preoccupazioni manifestare da molti cittadini ed esperti nel campo, relativamente a tagli e abbattimenti di alberi effettuati a Rovereto (Trento).
 
Ne chiedono l’immediata sospensione, come previsto dalle norme comunitarie nazionali che tutelano la vita della fauna selvatica, ricordando che il disturbo, il danneggiamento, le uccisioni delle specie avifaunistiche in periodo di nidificazione può integrare violazioni di carattere amministrativo o gli estremi di un reato. In tal senso si riporta una nota del 2011 di Carla Rocchi, presidente Enpa. “La primavera e l’estate coincidono con una delle fasi più delicate per la vita degli animali selvatici: la riproduzione. Un periodo particolarmente tutelato da normative nazionali ed europee – scrive Rocchi – che impongono il massimo rispetto con espliciti divieti: leggi che, tuttavia, sono ignorate da molte amministrazioni cittadine, le quali continuano ad effettuare tagli e potature proprio in questo periodo, distruggendo i nidi e uccidendo i piccoli uccelli”.
 
Su questo tema, Carla Rocchi ha inviato anche una lettera all’Anci chiedendo al presidente di intervenire per fermare tagli e potature indiscriminate e intempestive, ripristinando quindi la legalità. “Ogni anno – scrive la presidente Enpa all’associazione dei Comuni italiani – assistiamo alla violazione della legge nazionale 157/92 sulla tutela della fauna, che vieta non solo la distruzione dei nidi, delle uova e dei piccoli, ma anche ogni forma di disturbo biologico nella fase della riproduzione. Non si tratta, quindi, di una questione solamente etica. I cittadini si rivolgono sempre più spesso alla nostra associazione per chiederci di intervenire, e le cronache dei giornali denunciano continuamente questi abusi. Abbiamo più volte sollecitato i Comuni a fermare, in questa stagione, tagli e potature indicrimintati ricorrendo anche a diffide. Registriamo con rammarico che molte volte non hanno neanche risposto”.

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