Enpa di Brescia: la nuova delibera della Lombardia sugli anellini per richiami vivi è un passo indietro nella tutela degli animali

Un provvedimento che, invece di migliorare la tutela degli animali, introduce soluzioni dannose e ormai superate. La Regione Lombardia ha approvato una nuova delibera che modifica le caratteristiche degli anellini di identificazione per i richiami vivi, ovvero gli uccelli utilizzati come esche nella caccia da appostamento. Ma secondo l’Enpa di Brescia, questa decisione rappresenta un pericoloso passo indietro nella protezione degli animali e potrebbe addirittura favorire il bracconaggio.

Un ritorno a pratiche pericolose e inefficaci

Tra i cambiamenti previsti dalla delibera regionale, spiccano due misure particolarmente contestate dagli animalisti:

Sostituzione degli anellini cilindrici con quelli in alluminio con bugna: questo tipo di anello è in disuso da oltre dieci anni, perché può provocare gravi ferite, anche mortali, agli uccelli. Inoltre, non garantisce l’inamovibilità, un requisito fondamentale per distinguere gli esemplari allevati da quelli catturati illegalmente in natura.

Mancanza di regolamentazione per le fascette di plastica: la delibera lascia aperta la possibilità di utilizzare fascette di plastica, senza specificare caratteristiche tecniche né laboratori di certificazione. Questo significa che potrebbero esserci ampi margini per abusi e irregolarità, rendendo ancora più difficile il contrasto alla cattura illegale degli uccelli selvatici.

“Questa decisione non solo non tutela gli animali, ma rischia di aumentare la loro sofferenza,” denuncia l’Enpa di Brescia, evidenziando come gli esemplari utilizzati come richiami vivi siano già costretti a una vita di prigionia in condizioni disumane.

Per l’Enpa di Brescia, questa delibera conferma ancora una volta l’orientamento della Regione Lombardia, schierata sistematicamente a favore dei cacciatori, a scapito della protezione degli animali.

“Non possiamo accettare che simili atti di crudeltà vengano legalizzati o tollerati,” sottolinea l’Enpa di Brescia, che ribadisce l’assurdità dell’uso di richiami vivi nella caccia da appostamento. Una pratica definita “barbara, retrograda e priva di qualsiasi giustificazione etica”, che condanna gli animali a sofferenze inaudite solo per il piacere di pochi.

Un appello per fermare questa crudeltà

L’ENPA di Brescia chiede con forza l’abolizione dell’uso dei richiami vivi nella caccia e l’introduzione di misure realmente efficaci per proteggere gli uccelli e contrastare il bracconaggio.

“Nel 2025 è inaccettabile che si discuta ancora di pratiche così crudeli e insensate,” conclude l’associazione, invitando cittadini e istituzioni a mobilitarsi per porre fine a questa vergogna.

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