Enpa a Coldiretti: abbattimenti inutili, bene i divieti di allevamento, reintroduzione e vendita della carne di cinghiale

«Invece di promuovere inutili campagne di sterminio della fauna selvatica, Coldiretti collabori con le istituzioni e si faccia portavoce di ciò che da anni Enpa sostiene: che occorre vietare una volta per tutte l'allevamento di cinghiali; le reimmissioni nelle aziende faunistico-venatorie, dalle quali gli animali tendono a fuggire; la vendita degli stessi cinghiali, che avviene facilmente attraverso i canali web. E che occorre altresì inasprire controlli e sanzioni contro i fenomeni illegali, come quelli legati al mercato nero della carne». Questa la replica di Enpa all'associazione dei coltivatori diretti che sul tema dei danni causati dagli animali selvatici al comparto agricolo.

Secondo la Protezione Animali gli agricoltori hanno diritto ai risarcimenti ma, anche per evitare possibili illeciti, solo nel caso in cui questi siano verificabili e verificati. Tuttavia, è altrettanto doveroso chiedere – e pretendere – agli stessi agricoltori il ricorso ai metodi preventivi ecologici: dalle recinzioni ai dissuasori, fino alla sorveglianza degli animali da allevamento che alcuni allevatori si rifiutano palesemente di applicare. In questo scenario, le istituzioni dovrebbero aiutare i comportamenti virtuosi e incentivare tali pratiche – prioritarie per legge rispetto alle uccisioni – anziché regalare possibilità di spari. D'altro canto, è evidente come venti anni di politiche filovenatorie abbiano peggiorato e non portato a soluzione gli squilibri ambientali.

Le leggi per attuare politiche realmente efficaci ci sono ma devono essere applicate e non stravolte. L'Enpa ha già da tempo fornito alle istituzioni un documento tecnico sulle misure da adottare, tuttavia non ha mai ricevuto risposta.

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