Ennesimo “selfie con orso” in Trentino, nuova denuncia dell’Enpa per maltrattamento e disturbo

L’Enpa presenta una nuova denuncia alla Procura della Repubblica di Trento dopo essere venuta in possesso dell’ennesimo video che documenta un’azione di disturbo e maltrattamento ai danni di alcuni orsi. Secondo quanto ricostruito dalla Protezione Animali, i fatti si sarebbero svolti nelle campagne nei dintorni di Dro, località non distante da Arco. Dalle immagini in possesso della Protezione Animali si vede chiaramente un uomo, le cui generalità sono al momento sconosciute, inseguire mamma orsa e i suoi cuccioli (forse tre) all’interno di un vigneto, dove molto probabilmente si erano avventurati alla ricerca di cibo. Braccati, gli animali fuggono cercando di allontanarsi dall’uomo che li rincorre e che li continua a filmare con il cellulare.

Ma non è tutto.

Un secondo video – anch’esso allegato agli atti – mostra uno dei cuccioli, separato dalla mamma e dai fratelli, mentre fugge terrorizzato nel vigneto nel tentativo di ricongiungersi alla famiglia. Nemmeno tale circostanza fa desistere il suo persecutore, il quale continua imperterrito a filmare la disperazione del piccolo per diverso tempo. Maltrattamento di animali (544 ter) è l’ipotesi di reato che potrebbe essere contestata all’autore del video, non soltanto per il disturbo recato agli animali ma anche per il fortissimo stress causato loro. Peraltro – osserva Enpa – la condotta dell’uomo, oltre ad avere rilevanza penale, ha messo in grave pericolo l’incolumità propria, altrui e degli stessi animali. Animali che – sottolinea la Protezione Animali – hanno avuto un comportamento esemplare.

Contrariamente alla propaganda “ursofobica” alimentata da certe associazioni di categoria e da alcuni ambienti politico-istituzionali, che un giorno sì e l’altro pure ci terrorizzano sulla presunta pericolosità dei plantigradi, mamma orsa e i tre cuccioli non hanno reagito in alcun modo alle molestie, ma sono semplicemente fuggiti via.

Pericolosissimo invece è stato il comportamento del “bullo” il quale, oltre ad essere stigmatizzato a parole, deve essere sanzionato in maniera severa e rigorosa. Anche perché situazioni di disturbo degli animali selvatici non sono episodiche ma purtroppo tendono a ripetersi con una sconcertante frequenza, soprattutto in Trentino. Al riguardo, secondo Enpa, è sicuramente apprezzabile l’intervento della PAT che proprio ieri ha ricordato a residenti e turisti il divieto di disturbo della fauna, tuttavia iniziative del genere, sporadiche e isolate, non bastano a fare prevenzione. «E’ necessario puntare su articolate campagne di sensibilizzazione e su un efficace sistema sanzionatorio, che – conclude la Protezione Animali – possa davvero svolgere una funzione di deterrenza, salvando delle vite. Umane e animali». Con l’occasione Enpa ricorda che il disturbo della fauna selvatica è vietato anche dall’articolo 12 della Direttiva Habitat.

 

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