Devastazioni del TRC (Trasporto Rapido Costiero) e riapertura del delfinario, l’Enpa: altro che “animal friendly”, Rimini città nemica degli animali

Per il secondo anno di fila la città di Rimini si aggiudica il ben poco invidiabile primato di “città nemica degli animali”. Lo rende noto l'Ente Nazionale Protezione Animali che anche nel 2015 boccia le (non)politiche in materia di ambiente e di animali seguite dal Comune romagnolo. A pesare, in questa valutazione, sono anzitutto la distruzione di biodiversità e la cementificazione causate dai lavori per la realizzazione dell'inutile Trasporto Rapido Costiero (TRC). Lavori che hanno creato gravissimi danni ambientali anche in un'altra città della Riviera, a Riccione, dove sono stati abbattuti centinaia di vecchi pini, preziosi per il patrimonio verde della città, per la fauna selvatica, per la memoria dei cittadini.

«Già lo scorso anno avevamo denunciato l’abbattimento dei pini, avvenuto nella piena fase di riproduzione dell’avifauna selvatica; un periodo così delicato e importante da essere tutelato con norme nazionali e direttive comunitarie che vietano persino il disturbo biologico», spiega Andrea Brutti, dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa. «Eppure – prosegue Brutti – nessuno si è degnato di una risposta, mentre cittadini, comitati, associazioni assistevano impotenti ai tagli e alla distruzione dei nidi, e, pertanto, alla morte diretta o indiretta di numerosissimi giovani uccelli. Il tutto per un'opera totalmente inutile che tocca un territorio già devastato dal cemento; un'opera che sta addirittura mostrando segni di cedimento strutturale».

Ma ad essere sotto accusa non è soltanto il TRC; è, anche e soprattutto, la riapertura del “delfinario” – delfinario che continua ad operare perché assimilato in modo alquanto surreale a una struttura itinerante -; struttura a scopo di lucro alla quale sono stati già sequestrati degli animali per maltrattamento e la cui proprietà si trova per questo sotto processo. «Il Comune di Rimini ha autorizzato il “delfinario” ad organizzare spettacoli con le otarie – prosegue Andrea Brutti – e per farlo si è inventato un vergognoso escamotage: ha considerato il delfinario alla stregua di una struttura itinerante, come fosse un circo, in modo da aggirare gli ostacoli di natura giuridica. Ostacoli derivanti dal fatto che, per poter funzionale come come delfinario, la struttura deve rispettare la normativa in materia di giardini zoologici, rispetto alla quale non è in regola. Infatti, è opportuno ricordare che, oltre a subire lo stop per la licenza come giardino zoologico, il delfinario si è visto pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale un decreto di chiusura».

«Tutto questo – conclude Brutti – denota quanto il Comune di Rimini sia insensibile al benessere degli animali, al rispetto delle regole e della volontà dei cittadini, rincorrendo un turismo minoritario: quello del ristretto numero di persone ancora interessate ad assistere a spettacoli che prevedono lo sfruttamento di animali, umiliati, costretti a compiere acrobazie innaturali, obbligati a vivere da reclusi. Per questo, Rimini merita appieno lo status di città nemica degli animali».

Facebook
Twitter
LinkedIn