Danni causati dalla fauna selvatica, Enpa in audizione alla Commissione Agricoltura del Senato. Procacci: “Prevenzione del danno, censimento, controllo delle nascite”

“Siamo impegnati nella rimozione dei conflitti tra la nostra specie e le altre. Problemi complessi non si possono risolvere in maniera semplicistica. Dobbiamo parlare conoscendo la biologia, l’etologia degli animali e l’ambiente, dobbiamo sempre pensare al contesto globale”. Ha esordito così Annamaria Procacci, consigliere nazionale dell’Enpa, all’audizione informale che si è tenuta questo pomeriggio al Senato, in Commissione Agricoltura, in merito ai danni causati all’agricoltura dalla presenza di fauna selvatica.
“Parlerò, nel breve tempo concessomi, del cinghiale – ha aggiunto Procacci –, traccerò in breve la storia di un grande errore: l’introduzione in Italia, negli anni ‘50, del cinghiale per finalità venatorie. Questo non viene ricordato. Questa politica assurda di ripopolamento fu sostenuta da moltissime amministrazioni locali e infatti la popolazione di cinghiale è cresciuta da nord a sud. Quando sono iniziati i problemi, si è passati alle vie semplici: i fucili. Questo è stato un errore madornale. Ricordiamo che un gruppo di cinghiali è condotto da una femmina che conduce tutto il gruppo ed è in grado persino di regolare l’estro di tutte le femmine in modo da far partorire tutte le femmine una volta all’anno. Se arrivano i fucili e viene uccisa la matriarca, il gruppo si disperde, le femmine perdono il riferimento e possono anche partorire due volte all’anno, facendo così crescere la popolazione complessiva. Questi meccanismi sono ben noti anche ai cacciatori. Perché, allora, si continua a fare tutto ciò? Perché in Italia il cinghiale è un business. Prendiamo ad esempio la filiera della carne di cinghiale a beneficio della ristorazione. Per alimentare questa filiera, il numero dei cinghiali deve essere tenuto alto per far guadagnare i cacciatori, i bracconieri, i quali vendono la carne al mondo della ristorazione.”
Tra le soluzioni per risolvere il problema senza ricorrere alle uccisioni, Procacci ha chiesto l’utilizzo di un vaccino immuno-contraccettivo. “Chiediamo – ha affermato la rappresentante Enpa – che venga utilizzato: funziona, e esiste in proposito ampia letteratura che ne avvalora l’utilità ai fini del contenimento della popolazione”.
La consigliera nazionale di Enpa ha anche posto l’accento sulla questione della sicurezza stradale. “Esiste – ha dichiarato alla Commissione Agricoltura – una questione relativa alla sicurezza stradale, utilizzata con toni allarmistici. Precisando che ogni perdita di vita per noi è una sconfitta, vediamo i dati ufficiali… Nel 2017, gli incidenti stradali provocati dagli animali sono stati 155 con 14 vittime, mentre gli incidenti tra veicoli sono stati 174.933 con 3378 morti. Nel 2018, invece, gli incidenti causati da animali sono stati 148 con 11 morti, quelli tra autoveicoli sono stati 172.344 con 3325 morti. Di cosa parliamo, dunque? Ribadisco: ogni morte è una sconfitta per tutti, ma come è evidente non esiste una emergenza legata all’incidentalità stradale causata da animali.” Annamaria Procacci ha chiesto di applicare programmi (come ad esempio “LifeStrade”) utili a risolvere questo problema. “Viene utilizzato in Italia da tre regioni e quando viene impiegato, gli incidenti si azzerano”.

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