Dal Parlamento un voto storico: stop alla cattura dei migratori per farne “fischietti viventi”. Enpa: ora divieto anche per gli uccelli allevati

«Un grande passo avanti di civiltà, di rispetto degli animali e delle regole europee, che sana una vergognosa procedura di infrazione. Siamo grati al Parlamento per questo voto atteso da decenni. Una vera vittoria per la biodiversità e per tutto il “popolo dei selvatici”». Così la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci, commenta l'approvazione, avvenuta questa mattina in Senato, dell'articolo 21 della Legge Comunitaria con cui viene finalmente stabilito il divieto di catturare gli uccelli migratori con reti e trappole, destinandoli a fare da richiamo nella caccia.

«Nelle reti – mezzi vietati come le trappole, dalla direttiva europea sulla conservazione degli uccelli selvatici – per tanti anni, tanti migratori, soprattutto tordi e cesene, hanno finito il loro volo di libertà nei cieli di Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria: animali destinati ad una vita orribile di detenzione e di sofferenze in gabbiette piccolissime e sporche, al buio per lungi mesi, e spesso sottoposti alla muta forzata, per divenire fischietti viventi nella caccia da appostamento, una delle facce più barbare della cosiddetta attività venatoria in Italia», prosegue Annamaria Procacci.

«Ma per cancellare questo massacro dei migratori, patrimonio comune del continente europeo e di quello africano, è stato necessario l'intervento dell'Europa con lo strumento della procedura di infrazione. Oggi – aggiunge Brutti, dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – è davvero una bella giornata per la natura. Tuttavia, la nostra battaglia prosegue: dobbiamo mettere fine anche alla dolorosa schiavitù degli uccelli “da richiamo” provenienti da allevamento. Siamo consapevoli, del resto, che l'intera opinione pubblica italiana è con noi nel chiedere la fine di una pratica tanto vergognosa quanto inaccettabile».

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