Daini di classe, l’Enpa di Ravenna: con lo sterminio si calpestano i diritti degli animali e si infanga un luogo intriso di cultura

L’opinione pubblica nazionale è insorta contro la delibera della Giunta Provinciale di Ravenna con cui si condanna a morte un rilevante numero di daini e, sempre con lo stesso atto, si stabilisce che il piano di abbattimento ha addirittura durata quinquennale. Purtroppo, nonostante una mobilitazione senza precedenti, sembra proprio che l’amministrazione provinciale sia intenzionata a proseguire per la sua strada, con l'errata convinzione che la mattanza sia l’unico metodo applicabile per risolvere il presunto sovrappopolamento. Contestualmente si assiste alla macabra contabilità di certi cacciatori, tutti presi a valutare costi e guadagni derivanti dallo sterminio.
 

Con indubbia arroganza, senza neanche prendere in considerazione possibili soluzioni per appianare eventuale problematiche di natura legale, si è rispedita al mittente la proposta della signora Schonwald che si era offerta di adottare gli animali. E così la splendida pineta di Classe, dove Dante trovò l’ispirazione per scrivere parte del “Paradiso”; dove Giovanni Boccaccio ambientò una novella del Decameron; dove presero forma alcuni racconti di Lord Byron, diventerà dunque un cimitero.

Anche per questo, anche per non infangare il nome di un luogo così intriso di cultura, l'Enpa di Ravenna continua a chiedere al Presidente della Provincia di sospendere la Delibera e di studiare soluzioni incruenti, le sole efficaci per il controllo delle nascite. Uccidere decine di daini non risolve il problema, sempre che non si antepongano le smanie venatorie di qualcuno al diritto alla vita di animali chiamati a rispondere degli errori di chi li ha inseriti in quel territorio. 

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