Da ieri è ripartita la ciaccia al daino maschio nel savonese. Un via libera che porterà alla morte di 71 maschi adulti e che da gennaio, e fino a metà marzo del prossimo anno, significherà la fine dell’esistenza per altri 248 daini femmine e cuccioli. La Protezione Animali savonese ha ricordato come “la falsa motivazione di questa caccia impropriamente definita “di selezione” è costituita dai danni arrecati alle coltivazioni dagli ungulati, peraltro liberati in passato in territori in cui erano spariti, proprio per farli crescere di numero ad esclusivo fine venatorio. La caccia, che non riesce e non vuole contenerne il numero, rappresenta quindi la causa e non la soluzione del problema; problema che, in molti paesi del mondo, viene affrontato con studi molto promettenti, ancorché avversati ovunque dal mondo venatorio e dai politici loro amici, di somministrazione di vaccini specie-specifici che, risolte alcune problematiche applicative, si stanno rivelando la vera soluzione del problema, a tutela permanente dell’equilibrio ambientale e delle coltivazioni”.
La Regione Liguria, guidata dal Presidente Toti e dall’assessore alla caccia Mai, permette invece a circa 266 “selecontrollori” di uccidere, fino al 15 marzo prossimo, 71 maschi adulti in 7 delle 8 unità di gestione della provincia (San Genesio, Madonna degli Angeli, Zuccarello, Monte Acuto, Scravaion, Melogno e Monte Galero), ogni lunedì, giovedì e sabato ; ad altri 248 soggetti femmine e cuccioli le pallottole arriveranno da gennaio a metà marzo, per un totale annuale di 319 daini uccisi. In Liguria (ed in Italia) tutti i partiti, M5S escluso, sono schierati a favore della caccia assieme alle organizzazioni agricole e contadine.