«La proposta del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, che ha raccolto un appello del Movimento 5 Stelle aprendo alla creazione, presso il Ministero, di un Osservatorio su agricoltura e la lotta al cambiamento climatico, può rappresentare un utile e importante strumento per contribuire ad abbassare la febbre del pianeta». Lo dichiara la consigliera nazionale di Enpa Annamaria Procacci, che cura per l'associazione i temi legati al Global Warming e alle sue conseguenze su ambiente e biodiversità.
«Come è noto, e come abbiamo avuto modo ribadire in occasione della “Marcia per il clima” gli allevamenti contribuiscono in maniera massiccia alle emissioni climalteranti. Si ritiene infatti che le “fabbriche animali” rilasciano in atmosfera una percentuale di gas serra compresa, a seconda delle fonti, tra il 18% (dati Fao) e il 51% (dati World Watch Institute) del totale riferibile alle attività antropiche. La strategia di contrasto al riscaldamento globale – prosegue Procacci – non può dunque prescindere da questo dato preoccupante: non è sufficiente diminuire gli inquinanti delle automobili o delle fabbriche quando poi nel tempo gli allevamenti rilasciano miliardi di tonnellate di gas serra».
E' proprio da tale questione che dovrebbero partire i lavori dell'Osservatorio, ai quali Enpa già da ora è pronta a contribuire. «Anche e soprattutto perché – osserva Procacci – le fabbriche animali, oltre a causare sofferenza a 26,7 miliardi di animali detenuti tutto il pianeta, oltre a contribuire agli stravolgimenti climatici e alla perdita di biodiversità, stanno mettendo in pericolo il patrimonio agricolo mondiale con terreni sempre più spesso inutilizzabili a causa di inquinamento, disastri ambientali, conversione al pascolo».
Insomma, secondo la Protezione Animali, se veramente vogliamo “nutrire il pianeta” dobbiamo abbracciare nuovi stili di vita e un nuovo modello di alimentazione: la carne è parte del problema, non la soluzione al “rompicapo” della sicurezza alimentare.