Cinghiali. Ministero Ambiente e Agricoltura aprono un tavolo “ristretto”: no a blitz sulla legge di stabilita’ per introdurre caccia selvaggia. I ministri ascoltino le associazioni

"Chiediamo ai Ministri dell'Ambiente e dell'Agricoltura, che devono ascoltare le associazioni portatrici di interessi comuni, condivisione, chiarezza ma soprattutto onestà intellettuale nell'affrontare la questione "cinghiali": fermino ogni possibile tentativo di emendamento alla legge di stabilità finalizzato a permettere una fallimentare caccia selvaggia, addirittura 365 giorni l'anno, contro ogni principio scientifico e di buonsenso". Questo l'appello e la richiesta della Protezione Animali, che ha appreso dell'apertura di un tavolo sulla questione cinghiali; un tavolo al quale, sembrerebbe, le associazioni animaliste non siano state invitate a portare il proprio contributo.

"Sui Ministri grava anzitutto una pesante responsabilità: quella della sicurezza pubblica, che verrebbe messa in serio e grave pericolo dagli spari visti i dati relativi alle vittime della caccia, ben 88 in neanche 3 mesi di attività regolamentata. Non cedano quindi alle pressioni e alle richieste della lobby dei cacciatori, responsabili per aver immesso i cinghiali; a quelle degli enti locali, evidentemente non in grado di affrontare il problema nella sua complessità; o a quelle regioni, che hanno solamente pensato a modifiche normative "spara tutto" invece di applicare i metodi ecologici, obbligatori per legge (157/92) la cui efficacia è stata riconosciuta dal mondo scientifico. Non cedano, i Ministri, alle pressioni di chi, ancora una volta, propone ulteriori stermini come soluzione del "problema": in 20 anni non hanno mai prodotto alcun risultato.

L'Ente Nazionale Protezione Animali si rivolge anche all'ANCI, di cui ha apprezzato l'intervento per i divieti di ripopolamenti. "Siamo d'accordo che le regioni e gli enti locali non sono state in grado di far fronte al problema, ma questo è accaduto perché la legge 157/92 non ha trovato applicazione e perché, per motivi ben lontani da una corretta gestione faunistica, si è preferito ricorrere all'aiuto dei cacciatori e al ricorso ai fucili. Le persone sono stanche della caccia, delle stragi di animali e del rischio – questo sì reale – di essere vittime degli spari. E' quanto si evince anche dalla pagina Facebook di Enpa, che vanta quasi 730.000 sostenitori pronti a dare battaglia, un numero ben superiore a quello dei cacciatori italiani".

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