Contrariamente a quanto propagandato da alcune associazioni del mondo agricolo, non c’è alcuna emergenza incidenti legata alla fauna. Secondo i dati Istat relativi al 2022, su un totale nazionale di circa 166 mila incidenti stradali con lesioni, solo nello 0,2% dei casi la causa dell’evento è stata ricondotta alla presenza di un animale selvatico o da compagnia. Ben più allarmante – questa sì una vera emergenza – è la correlazione tra sinistri stradali e abuso di alcol: su 56 mila incidenti con lesioni “refertati” sempre nel 2022 da Polizia e Carabinieri, ben 5.500 potevano essere ricondotti allo stato di ebbrezza del conducente. «Eppure, a differenza di quanto accade con i cinghiali, che qualcuno vorrebbe sterminare per aumentare la sicurezza delle nostre strade, nessuno – commenta Enpa – si è mai sognato di vietare il consumo di bevande alcoliche, che pure potrebbe salvare molte vite».
Che i cinghiali, come la fauna in genere, non rappresentino un’emergenza per la circolazione stradale lo conferma anche l’Asaps, l’associazione Amici della Polizia Stradale. Nel 2023, stando ai dati resi noti dall’Asaps, i sinistri con il coinvolgimento di animali sono stati appena 170 (erano stati 163 del 2022). Anche il confronto con i totali nazionali del primo semestre 2023 evidenzia la bassissima correlazione tra i due fenomeni: su 79 mila incidenti stradali, quelli con i selvatici sono stati sempre lo 0,2%.
«Un conto è affrontare e risolvere una possibile situazione problematica con strumenti adeguati, un altro è promuovere campagne di puro allarmismo per terrorizzare la popolazione e premere sulle istituzioni per autorizzare uccisioni in massa dei selvatici. Uccisioni che – prosegue Enpa – sono in realtà finalizzate ad alimentare il business della carne di “selvaggina».
Dai dissuasori ai dossi, dalle recinzioni ai segnalatori acustici, fino ai corridoi biologici (come i sottopassi stradali) il mondo scientifico ha da tempo indicato quali efficaci strumenti utilizzare per migliorare la sicurezza delle nostre strade, ma che purtroppo sono rimasti lettera morta nonostante gli straordinari risultati ottenuti da Progetto Life Strade. Peraltro è opportuno segnalare come la caccia indiscriminata a cinghiali, caprioli e daini possa in realtà aumentare il pericolo, poiché gli animali in fuga dai cacciatori si avvicinerebbero ai centri abitati e quindi alle arterie stradali. «Il principio della prevenzione deve essere applicato anche al tema dei presunti danni agli agricoltori, che – conclude Enpa – devono essere risarciti per intero, ma solo dopo essere stati provati concretamente».