Ciao Sgroofy, amico allegro, curioso e goloso. Il commosso saluto di Enpa Monza al maialino thailandese

Il maialino thailandese Scrooge (ma che molti chiamavano anche Sgroofy) era arrivato nella struttura Enpa di via San Damiano nel dicembre del 2014, dopo essere stato recuperato nel Bosco Urbano di Lissone (Monza) dove si era rifugiato a seguito di una rocambolesca fuga da un circo.

Era arrivato in canile ancora cucciolo, con due gravi ferite da morso che si erano infettate ed era stato amorevolmente curato dai volontari. A lui si erano affezionati un po’ tutti ma in particolare Feddi, operatrice del canile, aveva instaurato un rapporto profondo e complice. Giovedì notte, 28 marzo, Scrooge si è addormentato per sempre nonostante le cure che duravano da oltre due mesi ma che nulla hanno potuto contro un tumore all’intestino.

«Esistono amicizie che possono sembrare un po’ bizzarre e particolari. Sgroofy era un amico panciuto e setoloso. È arrivato ferito, si è fidato di me, mi ha dato la possibilità non solo di prendermi cura di lui ma soprattutto di conoscere un animale con cui non avevo mai avuto a che fare e di imparare quanto possono essere dolci, allegri ma anche tosti i maiali», racconta Feddi.

«Lui era fatto a modo suo, aveva alcune simpatie e molte antipatie, con chi gli andava a genio era davvero eccezionale, si sdraiava con un’espressione beata stampata sul muso. Con chi riconosceva si metteva anche a scodinzolare ed emetteva dei grugniti come se volesse chiacchierare. Quando era felice – ricorda ancora l’operatrice del canile Enpa – azzardava qualche saltello qua e là, ma poi si ricomponeva e tornava a chiedere i grattini sulla pancia, ma solo dopo averti annusato per bene e ricoperto i pantaloni della terra con sui si era sporcato il tartufo grufolando. Era un golosone e appena sentiva l’odore di qualcosa di buono correva tutto felice e quando c’era qualcosa extra, come un pezzetto di mela o di carota, sembrava che lo gustasse davvero beato. Quando passavi davanti al suo recinto e lo chiamavi, si metteva in piedi e arrivava subito, era curioso e amava la compagnia».

«In estate – conclude Feddi – adorava mettere il sederotto a mollo nella vaschetta d’acqua e amava stare al sole, perdeva la maggior parte delle setole e sembrava quasi abbronzarsi. Sicuramente non capita tutti i giorni di poter incontrare un maialino e poterlo accarezzare, toccare il suo nasino piatto, guardare i suoi occhi, correre con lui e invitarlo al gioco. È un’esperienza molto bella soprattutto pensando all’orribile destino della maggior parte dei maiali e alla tragica realtà dei macelli. Noi abbiamo potuto godere di un amico diverso dal solito e sicuramente ci mancherà molto».

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