Caretta caretta. I presidi Enpa del progetto “Nate libere” diventano high tech. In Campania la schiusa a impatto zero. Nelle ultime ore 124 piccoli di tartaruga nati a Ascea ed Eboli

La conservazione delle Caretta caretta passa anche, e soprattutto, dalla protezione dell’ambiente nel quale vivono e si riproducono. E da questo punto di vista, il progetto Enpa “Nate Libere” attivo dal 2017 in Campania e in Puglia per la tutela delle tartarughe, fa un importante salto di qualità. A renderlo possibile è la Fondazione Capellino di Almo Nature che ha donato all’Ente Nazionale Protezione Animali tre sistemi a energia solare, ciascuno dei quali è composto da un generatore-accumulatore, da torce ad infrarossi e dagli immancabili pannelli solari.
 
Installati nei presidi di Ascea ed Eboli (Salerno), i dispositivi solari permettono ai siti di monitoraggio di essere pienamente autosufficienti per quanto riguarda l’approvvigionamento elettrico. Infatti, tutta l’energia necessaria ad alimentare le luci di illuminazione del campo, i computer e le altre attrezzature – durante la stagione della nidificazione e della schiusa ogni presidio è operativo 24 ore al giorno –   viene prodotta direttamente in loco, riducendo al minimo l’uso delle batterie usa e getta. Batterie che, è bene ricordalo, oltre ad essere molto inquinanti, sono anche costose. Insomma, grazie alla preziosa donazione di Almo Nature l’attività dei volontari Enpa e dei biologi della Stazione Anton Dohrn diventa ancora più sostenibile sia sotto il profilo ambientale sia sotto quello economico.
 
Intanto, proprio in queste ore, i siti di Ascea ed Eboli hanno registrato la schiusa di ben 124 uova; 124 piccoli di Caretta caretta che si sono subito diretti verso la battigia e da lì verso il mare, sotto l’occhio attento dei volontari dell’Enpa e dei biologi della Stazione Anton Dohrn. Ma il grosso delle nascita, spiega Enpa, è atteso per prossimi giorni. 

Nella foto i dispositivi solari donati ad Enpa

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