Canile di Palermo. Crisi senza fine, Enpa: controlli sul territorio, microchippature e sterilizzazioni. Il Comune risolva l’emergenza in prima persona

«E’ passato ormai tanto, troppo tempo da quando è esploso il “caso Palermo” ma la situazione è ancora di piena emergenza. Per una città che si è da poco fregiata del titolo di  “Capitale italiana della cultura”, tutto questo è inaccettabile». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali, che prosegue: «Per la prevenzione e il contrasto del randagismo esiste una legge quadro, la 281/91 (declinita in Sicilia con la legge 15/2000), che pone il nostro Paese all’avanguardia del mondo e che assegna a sindaci e Comuni il potere/dovere di assistere i cani senza famiglia. Dove applicata, tale normativa ha permesso di risolvere il problema randagismo. Pertanto, finché il Comune non interverrà sul territorio con i dovuti controlli sugli animali; con la microchippatura; con la sterilizzazione dei cani, anche agevolando quelle degli animali di proprietà; con la prevenzione degli abbandoni, il problema continuerà a ripresentarsi all’infinito e il numero di ingressi in canile a crescere di giorno in giorno».
 
«E invece, l’amministrazione comunale continua tuttora a seguire una strategia che, alla rincorsa dell’emergenza, ha dimostrato di essere fallimentare. Francamente – conclude Enpa – ignoriamo il motivo di tanta ostinazione».

Foto di repertorio

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