Canile di Gioia Tauro, gli animali sotto l’ala protettiva delle associazioni. Enpa in prima linea a livello locale e nazionale

Gli ultimi 50 cani rimasti nel canile Metauria di Gioa Tauro, la struttura che nelle passate setitmane è finita nell'occhio del ciclone, potranno restare nei loro box fino all'11 novembre purché vengano assistiti e sfamati dalle associazioni del territorio. Questa l'intesa raggiunta tra i volontari e le autorità sanitarie, che ha permesso di evitare il trasferimento degli animali in un altro canile della regione, dove – secondo le associazioni – non avrebbero potuto avere condizioni "ideali" di vita.
 
Nei giorni passati, Enpa, insieme con altre sigle del territorio, è riuscita a trovare una soluzione, più o meno temporanea, per più di 140 cani, mentre quelli trasferiti sono stati soltanto 6. Per gli attivisti di Gioia Tauro si è trattato di una mobilitazione straordinaria che ha richiesto un impegno senza precedenti. L'Ente Nazionale Protezione Animali è sempre stato in prima linea, non solo con la Sezione di Gioia Tauro, che ha tenuto "la linea del fronte" contro il trasferimento e che ha fatto anche l'impossibile per accudire e trovare una sistemazione ai cani, ma anche con le rappresentanze nazionali. La presidente Carla Rocchi, anzitutto, che ha svolto una preziosissima opera di mediazione con le autorità sanitarie e il Centro Comunicazione e Sviluppo Iniziatice che, attraverso il suo responsabile – Marco Bravi – ha con grande tempestività provveduto ad inviare pet food ai cani del Metauria.
 
La crisi non è finita, anzi si aggrava di giorno in giorno perché, oltre ai trovatelli del canile di Gioia Tauro, Enpa e le altre associazioni si trovano a gestire una situazione di "ordinaria" emergenza. Per questo la Sezione e i volontari di Gioia Tauro hanno bisogno del sostegno e dell'aiuto di tutti. 
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