Un gesto gravissimo, un atto criminale, un vero delitto che come tale va riconosciuto e sanzionato nel Codice Penale”. Così la Presidente nazionale dell’Ente Nazionale Protezione Animali, Carla Rocchi, commentando l'uccisione del cane randagio, ucciso con colpi di arma da fuoco, nella serata di ieri ad Ercolano. L’Enpa torna a chiedere, ancora una volta, che venga rivisto il sistema sanzionatorio oggi troppo debole e insufficiente. “La settimana scorsa ad Adrano – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa –in provincia di Catania, sono stati avvelenati 6 cani adulti tra cui la mamma di 11 cuccioli che non avevano neanche 10 giorni e quando i nostro volontari dell’Enpa di Adrano l’hanno trovata stavano ancora provando a prendere il latte. Pene più severe sono fondamentali per arginare i barbari assassini che pensano di risolvere il problema del randagismo, piaga di molte parti del Sud, uccidendo gli animali”.
“Il responsabile deve pagare – continua Carla Rocchi – per questo abbiamo attivato il nostro ufficio legale con l’avvocato Claudia Ricci che presenterà denuncia per l’uccisione del cane di Ercolano. Confidiamo nel lavoro dei Carabinieri che in queste ore stanno svolgendo le indagini sul territorio e siamo pronti a costituirci parte civile. Ci aspettiamo una punizione esemplare che sia da monito per tutti coloro che pensano di poter maltrattare e uccidere a piacimento i tanti cani randagi che popolano i territori del Sud d’Italia. Innumerevoli studi confermano che violenze così efferate sugli animali, deprecabilissime in sé, sono sintomo di pericolosità sociale ed è nostro dovere non voltarci dall’altra parte quando succedono fatti così gravi”.