Cane della pet therapy avvelenato dai bracconieri. Rocchi (Enpa): passato il segno, attivato l’ufficio legale. Controlli a tappeto sul territorio

«Un crimine indegno persino di una specie brutale come la nostra. Un atto che ripugna chiunque sia in grado di provare anche un solo briciolo di compassione e di empatia per un altro essere vivente. Un gesto nauseante, che non può trovare altra spiegazione  se non la becera crudeltà di chi se ne è reso responsabile». Queste la parole con cui la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, commenta l’uccisione del cane Jazz, un esemplare di Golden Retriever di due anni che “prestava servizio” come pet therapist presso la casa di riposo di San Pietro Casasco a Menconico (Pavia). Il povero Jazz – racconta il quotidiano la Provincia – è stato ucciso da un boccone avvelenato, secondo modalità che fanno pensare ad un’”opera” dei bracconieri, il cui vero obiettivo sarebbero state le volpi, competitor nella caccia. 

«Che si tratti di volpi, di cani o di qualsiasi altro animale, il nostro territorio, la provincia pavese come qualsiasi altra regione o provincia italiana, non può e non deve essere lasciato in balìa di questi criminali. Purtroppo – prosegue Rocchi – la morte del cane Jazz così come quella del lupo Claudio è anche il risultato di certe campagne denigratorie che di volta in volta si cimentano in una spietata caccia alle streghe contro la biodiversità. Oggi le volpi, domani le nutrie, dopodomani contro i cinghiali o daini, in una escalation senza fine che rischia di far perdere il senso della misura». 

L’Ente Nazionale Protezione Animali, esprime affetto e vicinanza alla proprietaria di Jazz e a tutti gli ospiti della struttura che con il cane avevano stabilito un fortissimo legame di amicizia dal quale traevano grande benessere. L’associazione ha dato mandato al proprio ufficio legale di assumere tutte le opportune iniziative per identificare i criminali che hanno ucciso Jazz e per denunciarli all’autorità giudiziaria. Con l’occasione, l’Enpa torna a chiedere maggiori controlli sul territorio per stroncare l’attività criminosa dei bracconieri. «Chiunque sia a conoscenza di elementi utili alle indagini, collabori con le autorità. In realtà, schiacciati dal peso del rimorso, dovrebbero essere gli avvelenatori a costituirsi. Ma dubito che essi posseggano un tale livello di sensibilità». 

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