Oggi, 30 gennaio, chiude ufficialmente la stagione venatoria, nel rispetto del silenzio venatorio del venerdì. Tuttavia, i danni causati dai fucili e dalle lobby venatorie e degli armieri, oltre agli animali selvatici uccisi per divertimento, vanno ben oltre la semplice chiusura del periodo di caccia. Il principale responsabile, secondo l’Enpa, è il governo.
L’attacco dell’Enpa: deregulation e tentativo di eliminare l’Ispra
“L’attuale governo sta sostenendo la disperazione dei cacciatori, il cui numero è in inesorabile declino, e della lobby degli armieri, adottando un vero e proprio regime di deregulation con un impatto devastante sulla biodiversità, sulla giustizia e sul confronto democratico. L’ultima proposta di legge del leghista Bruzzone, che punta a cancellare l’Ispra e dunque la scienza, ne è un chiaro esempio. Non si prevedono più audizioni delle associazioni, non esiste più dibattito parlamentare: si procede con decreti e emendamenti inseriti in altre leggi, come l’ultima legge di bilancio, per accelerare nuove autorizzazioni alla caccia,” denuncia l’Enpa.
“L’attacco alla fauna selvatica e alla biodiversità si traduce in una violazione dei diritti dei cittadini e della Costituzione, che con l’articolo 9 tutela l’ambiente. Inoltre, le direttive europee vengono ignorate, tanto che l’Unione Europea ha già avviato diverse procedure PILOT contro l’Italia e ora il nostro Paese è in piena procedura di infrazione per abusi in materia di caccia. Un costo che ricadrà su tutti i cittadini italiani,” continua l’associazione.
Le nuove norme e il rischio di un ente scientifico di parte
Dopo la recente norma contenuta nella legge di bilancio, che impedisce ai tribunali amministrativi regionali di sospendere cautelativamente i calendari venatori e che permette di riesumare il calendario dell’anno precedente in caso di impugnazioni, ora il mirino è puntato sull’Ispra.
“È iniziato in Commissione Agricoltura alla Camera l’iter per la sua eliminazione. L’Ispra, Istituto scientifico di riferimento sulla fauna, riconosciuto a livello europeo, verrà sostituito da un nuovo Istituto di gestione faunistica. Un ente creato ad hoc per inserire figure compiacenti, vicine al mondo venatorio, contro la scienza e in contrasto con le direttive europee,” denuncia ancora l’Enpa.
“Anche in questo caso, non sono previste audizioni, a dimostrazione che stiamo vivendo uno dei periodi peggiori non solo per la fauna selvatica, ma anche per la democrazia,” conclude l’Enpa.
Il bilancio umano e il valore della vita
“Nemmeno le vittime umane – morti e feriti – causate da un hobby che coinvolge poche centinaia di migliaia di persone, per lo più molto anziane, sembrano indurre il governo a un ripensamento o a un minimo di prudenza. Evidentemente, le logiche economiche e il consenso politico valgono più della vita, umana o animale che sia,” conclude la Protezione Animali.