Vorrei partire da un articolo apparso su "Il Tirreno" qualche mese fa che parlava della rabbia dei cacciatori toscani in quanto i lupi avevano ridotto di circa il 40% per cento la popolazione dei cinghiali cacciabili.
Anche la regione Veneto denuncia danni causati dal progressivo aumento del numero dei cinghiali e legifera per il loro sterminio, dando carta bianca a orde di cacciatori che possono usare fucili e perfino archi con frecce.
Sorge spontanea un domanda: se i lupi, che sono i predatori naturali , sono a loro volta considerati nocivi e quindi eliminati; se le volpi, che sono i predatori naturali di altre specie considerate dannose ( ad esempio le Nutrie), vengono eliminate, è chiaro che solo i cacciatori (gli stessi che il consigliere regionale Berlato ha ammesso aver liberato i cinghiali nel parco colli qualche anno fa ) potranno sparare, per cui chi ha causato il grave danno viene premiato.
Trovo che questa politica sia crudele e ottusa, al di fuori di qualsiasi studio scientifico che dimostra come gli abbattimenti non risolvano il problema delle cosiddette specie nocive. Se così fosse, come mai in Toscana, dove la caccia al cinghiale è antica e massiccia, Il problema sussiste ancora?