«Da quanto ci risulta, siamo di fronte a uno dei calendari venatori peggiori d’Italia; un calendario contro le norme e la scienza, in una regione “sparatutto” dove le istanze delle associazioni animaliste e ambientaliste vengono ignorate al pari dei pareri scientifici dell’Ispra e delle indicazioni dell’Unione Europea». Così l’Enpa sull’approvazione del calendario venatorio delle Marche, che consente ancora di uccidere, per divertimento, specie come il Combattente, la Pernice Rossa – di cui l’assessore vanta la reintroduzione tra le specie cacciabili – , la Coturnice, la Moretta e il Moriglione che sono classificate come SPEC 2 (a serio rischio di conservazione) e che l’Europa ci chiede da tempo di escludere dal carniere.
«Questo calendario, prosegue Enpa è costruito ad arte per garantire ai cacciatori della regione più spari possibili, basti guardare le preaperture: Tortora, Alzavola, Germano reale, Marzaiola, Ghiandaia, Gazza, Cornacchia e persino il Colombaccio, che secondo l’Ispra – l’istituto scientifico italiano di riferimento – è ancora nella fase della riproduzione e della dipendenza dei piccoli dai genitori».
Peraltro sono state disattese anche le disposizioni del Ministero dell’Ambiente per la chiusura al 20 gennaio della caccia al Tordo bottaccio e alla Cesena. Disposizioni, varate su richiesta dell’Europa, e contro le quali la Regione aveva presentato ricorso. Sarà interessante capire chi in futuro pagherà le possibili sanzioni che ci infliggerà l'Ue e che, probabilmente, ricadranno sui cittadini.
Anche per l'avifauna acquatica, il calendario venatorio delle Marche è una vera dichiarazione di guerra: nonostante la Guida emanata dall’Ispra proprio in seguito a modifiche normative della legge 157/92 – misure introdotte per non violare le direttive europee e salvare l’Italia dalle procedure d’infrazione – la Regione non ha previsto alcun termine precedenti il 30 gennaio, data di chiusura della stagione venatoria. Una situazione, questa, veramente grave e insostenibile per la biodiversità.
Da sottolineare tra l'altro che, come ogni anno, la lettera inviata alla Regione da Enpa e dalle associazioni animaliste ed ambientaliste più rappresentative del Paese non ha ricevuto alcuna risposta.