Caccia in Calabria, Associazioni: Consiglio e Giunta regionali “a servizio” solo dei cacciatori

Un audio diffuso sui social abbinato alla diretta YouTube del Consiglio regionale“svelano” gli accordi su cui sono costretti a lavorare gli uffici regionali. Le Associazioni: “Situazione gravissima, De Caprio e Gallo chiariscano”
“A chi ancora si illude che l’attività venatoria in Italia sia amministrata sulla base dei principi costituzionali di legalità, trasparenza, buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione, suggeriamo di approfondire il recente caso Calabria per far cadere ogni residuo dubbio: da una nota audio diffusa sui social e dalla diretta YouTube (link) della ultima seduta del Consiglio regionale a seguito della ordinanza del TAR che ha vietato la caccia in tutte le aree protette Natura 2000 non solo emergono visioni errate e distorte del ruolo della caccia e delle norme nazionali ed europee a tutela della biodiversità, ma traspare una gestione arbitraria e faziosa delle competenze regionali in materia di tutela dell’ambiente e della fauna selvatica che è patrimonio indisponibile dello Stato e non di una minoranza della popolazione. Per fermare questa deriva chiediamo di ripristinare, nei fatti, i principi cardine che governano l’amministrazione della cosa pubblica”, questa la dichiarazione congiunta della associazioni Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, WWF Italia.

Nonostante la decisione del TAR Calabria abbia dimostrato la correttezza delle indicazioni che le associazioni ambientaliste avevano già fornito alla Regione in fase di predisposizione del Calendario Venatorio 2020/21 e che non sono state prese in considerazione, l’Assessore Gallo, piuttosto che assumere le proprie responsabilità, continua con la farsa di una concertazione “a senso unico”. All’indomani del pronunciamento dei giudici, infatti, la Regione ha diramato un comunicato stampa nel quale l’Assessorato all’Agricoltura rassicurava il mondo venatorio promettendo di stare lavorando, d’intesa con l’Assessorato all’Ambiente, “per consentire il rapido ed efficace ripristino dell’attività venatoria” anche nelle aree Natura 2000.

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