Caccia. Enpa al Ministro Galletti: inaccettabile piano di gestione del lupo che preveda abbattimenti “legalizzati”

«Invitiamo il Ministro dell'Ambiente Galletti ad abbandonare quella parte "Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia", che preveda la possibilità di autorizzare inutili uccisioni di lupi, specie particolarmente protetta ma, ciononostante, sempre più a rischio per il bracconaggio». Questo l'appello lanciato da Enpa al titolare del dicastero dell'Ambiente dove è in discussione il Piano contestato dalla Protezione Animali e dalle altre associazioni animaliste e ambientaliste.
 
«Non c'è alcuna reale e sensata motivazione che giustifichi una presunta "necessità" di uccidere i lupi. Neanche sotto il profilo dei danni al comparto zootecnico, i quali – spiega Andrea Brutti, dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – sarebbero causati dalla predazione ad opera dei cani di proprietà di pastori e cacciatori, i quali vengono abbandonati a loro stessi sul territorio, senza alcun controllo e senza alcuna cura da parte dei proprietari e oltretutto liberi di riprodursi alimentando la piaga del randagismo. Il modo per risolvere il problema esiste già e consiste da un lato nell'applicazione delle norme sul randagismo e nei controlli sulla detenzione dei cani, dall'altro nella gestione consapevole e responsabile degli animali allevati. I quali, come suggerisce il buon senso, non dovrebbero mai essere lasciati in balia di possibili predatori, soprattutto di notte».
 
Invece di andare in cerca di una vittima sacrificale, si obblighino pastori e allevatori, magari prevedendo adeguate forme di incentivazione e di sostegno, a vigilare sui loro animali ad applicare tutte quelle misure di prevenzione che esistono e che già danno ottimi risultati. Si proceda con controlli rigorosi sulla detenzione dei cani e con adeguate campagne di sterilizzazione; misure semplici, proposte da tanto tempo ma che qualcuno si ostina a non voler applicare. «I lupi – conclude Brutti – appartengono a una specie rara e protetta dalle leggi italiane e dalle direttive Comunitarie; quale Ministro dell'Ambiente ne autorizzerebbe mai l'uccisione?»
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