Torna, ancora una volta, la terza domenica di settembre, l’apertura generale dell’attività venatoria, ma le miti tortore in migrazione, con l’aiuto dell’ENPA e alle associazioni animaliste e ambientaliste, hanno già guastato la festa della preapertura ai cacciatori. Infatti, i ricorsi di ENPA e delle altre associazioni presso i Tar sono stati generalmente accolti sospendendo la caccia a questa e anche ad altre specie.
“La tortora – dichiara ENPA – è una delle specie che l'Unione Europea e di conseguenza il governo italiano hanno escluso dalla cacciabilità per le sue gravi condizioni di declino. E proprio la legge, l'Europa, la scienza sono le armi con cui ci opponiamo alla guerra che fa strage per divertimento del sempre più prezioso ed esiguo patrimonio di vita selvatica.”
Da sottolineare quanto affermato da alcuni Tar come quello dell'Abruzzo per cui l'interesse prevalente non è quello di una attività ludica come la caccia, ma quello del bene generale, vale a dire la tutela dell'ambiente e dunque delle specie. E quest’anno l’apertura anticipata e generale degli spari è all’insegna di un intollerabile cinismo a fronte non solo del consumo di suolo, dello stravolgimento del clima, dell’inquinamento e della distruzione degli ambienti naturali, ma anche degli infernali incendi – dolosi! – che ancora perdurano in alcune aree del Paese e di una lunghissima siccità. Incendi e siccità hanno ucciso già milioni di animali – cuccioli e adulti – e distrutto habitat. Anche L’Ispra, l’istituto italiano scientifico di riferimento, ha denunciato quanto sia grave la situazione. Secondo Enpa, evitare di considerare la gravità della situazione fa emergere le responsabilità delle Regioni, con i loro calendari venatori imbalsamati in una inaccettabile politica filo-venatoria.