Declino delle specie, distruzione degli habitat, siccità, incendi, dissesto idrogeologico, pressione venatoria. In Italia la conservazione della fauna selvatica è talmente compromessa da richiedere un intervento urgente, anche a livello legislativo, per invertire la rotta. Per questo l’Ente Nazionale Protezione Animali sottoporrà a tutti i neo-parlamentari una proposta legislativa che prevede la sospensione degli spari su tutto il territorio nazionale per tre anni e un giro di vite contro il bracconaggio. A renderlo noto è la stessa associazione animalista che, alla vigilia dell’apertura generale della caccia fissata per domenica 18 settembre, spiega: «neanche le nuove evidenze scientifiche emerse in sede europea sul pessimo stato di conservazione delle popolazioni naturali, né la necessità di anticipare la chiusura della stagione venatoria per tutelare i migratori, hanno indotto la politica a cambiare rotta sulla fauna selvatica».
Infatti, nonostante la recente modifica dell’articolo 9 della Carta costituzionale, che ora tutela anche l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, gli indirizzi politici sono quasi sempre dettati dalla rincorsa al voto dei cacciatori, come accadeva 50 anni fa. Oggi, tuttavia, lo scenario è ancora più fosco, come testimoniano le preaperture della caccia decise da molte regioni, che hanno anticipato gli spari a inizio settembre, e la deriva venatoria di Fratelli d’Italia e della Lega. Questi due partiti vogliono colpire la fauna in modo ancora più crudele attraverso lo smantellamento della legge nazionale 157/92, che tutela i selvatici e regolamenta l'attività venatoria. «Oggi la parola d’ordine è deregulation: allungamento dei tempi di caccia, uccellagione, spari in notturna e persino su territori innevati o alluvionati. E ancora – spiega Enpa – uso di zimbelli, vale a dire colombacci e civette vive legate a un palo e penzolanti a testa in giù per attrarre gli altri uccelli a cui sparare, depenalizzazione dei reati venatori, mercificazione dei selvatici con la possibilità di venderne la carne». A farsi portatore di queste proposte è il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia che vuole addirittura mettere il fucile nelle mani dei sedicenni.