Caccia. Da domani tacciono le doppiette. Enpa: la stagione venatoria 2018-2019 segnata dagli attacchi alla legge nazionale. E, come ogni anno, dai morti. Un vero Far West venatorio

Si chiude domani, giovedì 31 gennaio, la stagione di caccia 2018-2019. Una stagione, osserva Enpa, segnata dai rinnovati e reiterati attacchi alla legge nazionale 157/1992 e, come tristemente accade ogni anno, dalle vittime. Umane e animali. «In questi mesi – spiega Andrea Brutti, dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – alcuni esponenti di governo, nell'affannosa e parossistica ricerca del consenso elettorale, hanno portato avanti un chiaro disegno politico teso a smantellare la legge 157 del 1992 sulla protezione della fauna selvatica».
 
L'ultimo tentativo, fortunatamente andato a vuoto, risale al decreto "Semplificazioni" dove Lega prima e Forza Italia poi hanno cercato di un ribaltare la normativa. Dalla caccia in deroga a specie non cacciabili alla cattura degli uccelli da imprigionare e sfruttare come richiami vivi, dalla cancellazione dei pareri dell'ISPRA all'introduzione della figura del cacciatore/selecontrollore, estranea alla legge nazionale ma utilizzata dalle regioni per consentire alle doppiette di sparare tutto l'anno, nonostante 5 sentenze di incostituzionalità, queste norme – se approvate – avrebbero creato un vero scenario di Far West venatorio.
 
«E non è finita qui – prosegue Brutti – perché i cacciatori stanno facendo l'impossibile per poter avere più libertà di sparo a tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, beccaccia e alzavola, fino a creare imbarazzanti invasioni di competenze con il Ministro per gli Affari Europei Paolo Savona che ha "scavalcato" il Ministro dell'ambiente Costa, contestando in sede Europea i preziosi dati dell'ISPRA, molto sconvenienti per i cacciatori». 

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