«La vita delle persone, così come quella degli animali, viene prima degli interessi delle lobby. Chiediamo ancora una volta al ministro dell’Interno di fermare questo far west, la situazione è ormai fuori controllo». In seguito alla morte di due cacciatori in Sardegna, per i quali Enpa esprime il proprio cordoglio, l’associazione animalista torna a chiedere la sospensione della stagione venatoria 2024-2025, ribadendo nuovamente come la caccia sia diventata sempre più un problema di sicurezza pubblica. «A rischio non è soltanto la vita dei cacciatori, ma anche quella di tantissime persone che con la caccia non hanno nulla a che fare; escursionisti freddati nei boschi ma anche persone raggiunte nelle loro stesse abitazioni da proiettili vaganti. Continuare a non fare nulla equivale a rendersi complici, anzitutto moralmente, di questa mattanza».
Le morti di caccia – sottolinea Enpa – non sono né accidentali né casuali, ma, visto il tipo di attività praticata, che prevede appunto le fucilate e l’uccisione di altri esseri viventi, sono un evento assolutamente prevedibile e da mettere in conto, come dimostra appunto il tragico conto annuale dei decessi venatori. «Se Governo e maggioranza avessero davvero a cuore la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, si adopererebbero per risolvere questa emergenza. Invece, come dimostrano i numerosi provvedimenti approvati in questi due anni con decreti e emendamenti a leggi del tutto estranee alla materia – senza neanche una democratica discussione parlamentare – appoggiano le richieste più estreme dei cacciatori e degli armieri, al punto che L’Unione Europea ha aperto ripetute procedure contro il nostro Paese. Oggi – conclude Enpa – in Italia è in atto una vera deriva venatoria, avallata per compiacere le lobby degli armieri e guadagnare il consenso elettorale di poche centinaia di migliaia di doppiette».