Caccia alla volpe in tana ad Ancona, insorgono i cittadini. le associazioni: raccolte in pochi giorni oltre 11.000 firme per lo stop, nessuna risposta dalle istituzioni

Oltre 11.000 persone, in pochi giorni, hanno firmato la petizione lanciata dal WWF Ancona, LAC Marche, ENPA, Associazione Amici Animali e Lupus in Fabula, per chiedere alla Presidente della Provincia di Ancona il ritiro immediato di una delibera che consentirebbe lo stermino di migliaia di volpi.

"Si tratta di una sorta di caccia selvaggia, crudele, insensata e immotivata, che avverrà anche di notte e ucciderà i cuccioli o future "mamme", scovati dai cani direttamente nelle tane" – commentano le associazioni. "La volpe svolge un ruolo biologico estremamente importante, nutrendosi tra l'altro, di ratti, topi e altri piccoli animali, eppure è costantemente cacciata nel nostro paese con il pretesto dei presunti danni. In verità la colpa delle volpi è quella di essere un "competitor" delle doppiette. Nutrendosi della fauna pronto-caccia, acquistata e immessa dai cacciatori stessi, mettono a rischio il divertimento del piccolo popolo delle doppiette di poter uccidere loro quegli animali semi-domestici e più confidenti durante la stagione venatoria"

Le associazioni chiedono anche di conoscere quali altri metodi ecologici – obbligatori e prioritari a qualsiasi forma di abbattimento ai sensi della legge 157/92 – siano stati applicati sul territorio. "Si tratta di una parte della nostra normativa volutamente ignorata, poiché porterebbe alla risoluzione di un presunto problema senza l'inutile ausilio delle "doppiette"." Ad esempio, sarebbe opportuno vietare ogni forma di ripopolamento a fine venatorio, che – in base a documenti presentati in sedi istituzionali dalle regioni stesse – sono prima causa di squilibri, così come sarebbe necessario introdurre il concetto di "custodia responsabile" degli animali da allevamento.

"Le Marche rimangono una delle regioni dove le concessioni al mondo della caccia – in barba alle leggi e alle direttive europee – sono molto numerose. Queste hanno causato l'apertura di procedure d'infrazione, e l'apertura del caso EU PILOT 6955/14/ENVI per abusi sull'attività venatoria. Al punto che persino il Ministero dell'Ambiente è dovuto intervenire per fermare la caccia ad alcune specie. "Auspichiamo che la Provincia – così come la regione – rientri nella legalità e soprattutto ascolti i migliaia di cittadini che hanno firmato la petizione contro l'ingiusto ed immotivato massacro delle volpi. Se questo assordante silenzio istituzionale non cesserà, le associazioni e i cittadini continueranno, anche in altre forma, la loro protesta".

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