Bracconaggio nel Savonese: Guardie Zoofile Enpa disarmano trappole

Da quando la Polizia Provinciale ha ucciso una femmina di cinghiale nel torrente a Spotorno (Savona) ed i suoi cinque cuccioli vagavano per i boschi, le Guardie Zoofile della Protezione Animali savonese hanno iniziato controlli periodici sul territorio, nel timore che i piccoli potessero essere vittime di atti di bracconaggio.

Sembrava infatti che ignoti avessero installato abusivamente una gabbia trappola, di cui, tuttavia, non è stata trovata traccia. I volontari dell'Enpa di Savona hanno invece rinvenuto, in località Coreallo, due lacci di cavo metallico fissati ad alberi e posizionati lungo i sentieri dove gli animali passano per andare a bere. Naturalmente, le Guardie hanno subito smontato e disarmato gli arnesi di morte, mettendo il sentiero in sicurezza.

L'Enpa di Savona non esclude che qualche animale, cinghiale, daino o capriolo, possa comunque essere rimasto intrappolato nei lacci, trovandovi una morte atroce. Il cavo infatti si stringe inesorabilmente attorno alla preda: quando colpisce il collo la morte è sicura e crudele per lenta asfissia; quando si avvolge attorno ad un arto è ancora peggiore l’animale va incontro ad una lentissima agonia per fame, sete e cancrena della zampa. 

In provincia di Savona – spiega l'Enpa – il bracconaggio è molto più diffuso di quanto non si pensi. Al riguardo la Protezione Animali stima (per difetto) che ogni anno siano non meno di 20.000 gli animali selvatici vittime della caccia di frodo, praticata spesso da persone anziane residenti nelle campagne circostanti. 

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