Bologna. 70 cani in condizioni incompatibili, condannati i titolari di un allevamento. Rocchi: da magistratura contributo fondamentale a repressione dei reati contro gli animali

Duemila euro di ammenda; risarcimento alle parti lese con una provvisionale di 2.500 euro immediatamente esecutiva e con una successiva quantificazione del danno rimessa al giudice civile; pagamento delle spese legali per 3.500 euro. Questa la condanna inflitta oggi dal Tribunale di Bologna ai gestori di un allevamento del Bolognese, riconosciuti colpevoli del reato di cui all'articolo 727 del codice penale relativo alla detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze. Lo rende noto l'Ente Nazionale Protezione Animali, costituitosi in giudizio in qualità di parte di civile attraverso l'avvocato Antonella Rimondi.

La condanna – spiega l'Enpa – fa riferimento a fatti verificatisi nel 2011 quando un allevamento dell'appennino bolognese, nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, venne posto sotto sequestro per le condizioni estremamente difficili in cui erano detenuti 70 cani, quasi tutti pastori tedeschi. Gli animali vennero infatti trovati in uno stato di profonda malnutrizione, con le unghie lunghissime e senza un riparo adeguato dai rigori del clima di montagna. In più, come se ciò non bastasse, si scoprì che, proprio in virtù delle condizioni di estremo disagio, molti esemplari si trovavano in uno stato di grave deprivazione con comportamenti che manifestavano un evidente stress, q uali, ad esempio, il girare meccanicamente su sé stessi.

«Oggi – commenta la presidente nazionale dell'Enpa, Carla Rocchi – giunge finalmente a conclusione una vicenda tristissima e lo fa nel senso da noi auspicato, vale a dire con il riconoscimento della responsabilità penale dei gestori dell'allevamento e con la loro condanna. Auspico che questo pronunciamento possa essere un esempio e un monito per tutti: è inaccettabile che la dignità e la salute degli animali vengano calpestate in nome del profitto. Farlo significa commettere un reato ed essere chiamati a risponderne in prima persona».

«Per questo – conclude Rocchi – ringrazio la magistratura che, a Bologna con in altre province italiane, sta dando prova di grande efficienza e determinazione nella repressione dei reati in danno gli animali».

Con l'occasione l'Enpa rinnova l'invito a non acquistare animali ma a visitare canili e strutture d'accoglienza dove ci sono molti quattro zampe in cerca di una famiglia.

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