Belzebù, il corso ridotto pelle e ossa in un canile a Pisa, oggi è tornato a vivere grazie all’Enpa e ora aspetta giustizia e una nuova famiglia

Belzebù è un cane di razza corso. La sua storia parte in salita. Acquistato in un allevamento in provincia di Pisa da un uomo noto alle Forze dell’Ordine e all’Enpa per precedenti con altri animali, all’età di due anni Belzebù, giocando in giardino, morde la mano di un ospite presente nella casa e il suo proprietario decide di fare al Comune la richiesta per la rinuncia di proprietà, come previsto dalla legge regionale della Toscana. E’ l’8 giugno 2020 e per lui si aprono le porte del canile sanitario e rifugio intercomunale “Soffio di Vento”: è l’inizio di un incubo. Chiuso in un box piccolo Belzebù, questo è il nome che gli danno al canile, non esce mai. Entrato come cane morsicatore, anche a causa della sua stazza viene tenuto a distanza dagli operatori. Lui che era abituato ad una casa con giardino si ritrova improvvisamente confinato in una gabbia senza alcun contatto sociale, umano o animale. Giorno dopo giorno Belzebù inizia a mostrare segni di sofferenza, malessere fisico e comportamentale. Inizia a perdere peso, a girare su stesso, a mordere le griglie del box, a leccare i vetri. I volontari che raramente vengono fatti entrare per portare a sgambare gli altri cani, lui invece non può uscire, lo vedono peggiorare di giorno in giorno. Belzebù ormai è ridotto uno scheletro. Si tiene a malapena sulle zampe e ha continuamente diarrea. I pochi che hanno accesso al canile sanitario lanciano l’allarme: Belzebù deve essere aiutato prima che sia troppo tardi. Una volontaria contatta una guardia zoofila dell’Enpa di Pisa e le chiede di andare a verificare di persona la situazione. Entrare nella struttura, però, non è semplice ma, fortunatamente, si presenta presto l’occasione. Paola Paolicchi, volontaria e Guardia Zoofila Enpa, deve accompagnare una signora dentro il canile per visitare un cane da adottare. Il percorso obbligato per arrivare dal cane passa proprio davanti al box di Belzebù. Quando la Paolicchi arriva davanti a Belzebù si trova di fronte “la figura di uno scheletro nero a forma di cane”: il corso che intorno ai 3 anni dovrebbe pesare circa 60kg è ridotto a una larva di circa 29 kg. “Era palesemente sofferente – afferma Paolicchi -contratto dal dolore e di una magrezza sconvolgente: la sua sagoma evidenziava una fila di vertebre e ossa. Viste le gravissime condizioni di salute del cane e il pericolo di morte, a causa delle rigide temperature esterne del periodo invernale, siamo intervenuti immediatamente portando via il cane e procedendo con la denuncia”.

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