Beagle per test in vivo a Verona. Associazioni animaliste chiedono documentazione al Comune. Domani – sabato 18 – la manifestazione

Sul caso dei venti beagle consegnati all’impresa Aptuit di Verona, del gruppo tedesco Evotec, per esperimenti in vivo, le associazioni animaliste vogliono vedere chiaro. Perciò Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa hanno presentato al Comune scaligero un’istanza di accesso civico generalizzato per sapere quale sia stata e sia l’attività di autorizzazione, concessione e controllo svolta dall’amministrazione sull’impiego degli animali. In particolare, le associazioni chiedono documentazione sulla provenienza dei cani da allevamento autorizzato alla produzione di animali per la sperimentazione, le cartelle singole di ogni beagle con il relativo microchip, l’autorizzazione ad effettuare test con i cani e la relazione sulle motivazioni del loro utilizzo, l’autorizzazione dello stabulario e infine se sia stato disposto un controllo sanitario per valutare le condizioni di detenzione degli animali.

In premessa le associazioni richiamano le disposizioni del decreto legislativo n.26 del 4 marzo 2014, che disciplina la sperimentazione animale nel nostro paese, l'articolo 18 bis del regolamento per la tutela del benessere animale del Comune di Verona, che “incoraggia attività di liberazione e reinserimento degli animali utilizzati o destinati ad essere utilizzati in procedure di sperimentazione”, e il concetto-base di animali come esseri senzienti sul quale poggia la giurisprudenza in materia di tutela. “Sono troppi – affermano – i silenzi e le zone d’ombra che circondano questa vicenda. La sperimentazione animale, che noi fermamente condanniamo, pone problemi etici che interrogano, o dovrebbero interrogare, tutti. La trasparenza è d’obbligo”.

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