Autonomie rafforzate. Per animali e ambiente è “rischio balcanizzazione” e caccia selvaggia. Enpa: restino sotto la tutela dello Stato

«La concessione di autonomie rafforzate alle Regioni in materia ambientale appare pericolosissima e del tutto ingiustificabile. Anche perché molte amministrazioni regionali, con il loro comportamento spesso arbitrario, sono state causa di numerose procedure di infrazione europee proprio nel campo di molte normative ambientali e anche in tema di "caccia selvaggia" a specie protette. Insomma, se dovesse passare la controriforma sull’ambiente rappresentata dalle autonomie, per gli animali, per la biodiversità e per la natura sarà vera “balcanizzazione”». Lo denuncia l’Ente Nazionale Protezione Animali che sottolinea come animali e ambiente debbano necessariamente restare sotto l’ombrello della tutela statale, e non devono essere lasciati in balia degli appetiti di questi o di quegli interessi locali, come spesso purtroppo accaduto fino ad oggi.
 
«Sfatiamo un luogo comune: non è vero – prosegue Enpa – che il livello di governo locale sia più efficace e più efficiente di quello statale. Spesso, soprattutto in materia ambientale, nel nostro Paese è vero il contrario. Infatti, come dimostrano anche le condanne europee e le sentenze della nostra Corte Costituzionale, sono state proprio le Regioni, con norme illegittime e con l’assenza di controlli, a creare serie minacce per la salute dei cittadini, per l’ambiente e la tutela degli animali».
 
Senza “l’ombrello” della protezione statale si produrrebbe inevitabilmente un caos di sovrapposizioni; una proliferazione di conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra le stesse Regioni; un dilagare di contestazioni in sede europee, ma – soprattutto – un proliferare di leggi, leggine, regolamenti e quant’altro che rischia di cancellare con un colpo di spugna i progressi compiuti negli ultimi 30 anni. Ci sarebbero poi dei veri paradossi: storni presi a pallettoni in Liguria e protetti in Piemonte, parchi aperti alle doppiette in Lombardia ma off –limits nel Lazio, fringuelli massacrati in Veneto e risparmiati in Molise.
 
«L’ambiente, la biodiversità, gli animali non possono essere lasciati agli enti territoriali; questa materia tanto delicata richiede, per sua natura, un approccio “complesso” e “complessivo”. Servono cioè regole e leggi comuni, non solo perché – prosegue Enpa – la natura è patrimonio collettivo di tutti noi, ma perché la frammentazione normativa rischia di portare un colpo mortale agli equilibri fragili e delicati di un territorio già depauperato e colpito dal dissesto».

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