Appello Associazioni a Conte e Movimento 5 Stelle:fermate o modificate il decreto truffa sul benessere animale, domani è troppo tardi

Le 14 associazioni della Coalizione Contro le #BugieinEtichetta lanciano un appello pubblico al Presidente e capo politico del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, e nuove immagini che mostrano il rischio enorme nel bollare come benessere animale i prodotti che arrivano da allevamenti intensivi, senza un chiaro percorso di transizione e un'etichettatura progressiva e trasparente per i consumatori. 

Domani infatti in Conferenza Stato-Regioni si terrà il voto sul decreto che istituirebbe l’etichetta volontaria Benessere Animale (SQNBA) in tutta Italia e il Movimento 5 Stelle oggi ha l’occasione e il potere di fare la propria parte per milioni di animali e di consumatori, domani sarà troppo tardi. 

Per richiamare l’attenzione sulla gravità della proposta attuale, gli attivisti delle associazioni Animal Equality ed Essere Animali hanno raccolto foto e testimonianze da un allevamento intensivo di maiali, che mostrano quali sono i luoghi che verrebbero venduti ai consumatori come luoghi del “benessere animale”: scrofe in gabbia, suinetti morti, animali feriti, stressati e maiali costretti a convivere ancora vivi con cumuli di animali deceduti all’interno delle gabbie. 

Le gabbie stesse sono state indicate dalla Commissione europea come una delle pratiche più crudeli dell’industria e per questo l’intenzione delle istituzioni è quella di vietarle entro il 2027. A questo si aggiunge che l’Italia è attualmente in violazione delle direttive europee per quanto riguarda il taglio routinario della coda dei suinetti, una pratica che viene eseguita, legalmente grazie alla deroga, in maniera indiscriminata e senza anestesia su oltre l’80% dei maiali nel nostro Paese, nonostante sia vietata per legge [dati Ministero della Salute, 2022]. 
Ad oggi, il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli – senatore eletto dai cittadini tra le fila del Movimento – non ha mostrato la minima intenzione di rivedere la proposta di decreto che finirebbe per bollare queste crudeltà e queste violazioni come “benessere animale”, nascondendo agli occhi dei consumatori le reali condizioni di allevamento degli animali. 

 
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