Animali. Sei a processo per i due cavalli deceduti durante l’edizione 2014 della Giostra dell’Orso di Pistoia. Enpa sarà parte civile, ma intanto il palio riprende

Quel giorno non avrebbe dovuto partecipare alla Giostra dell'Orso perché le sue zampe erano troppo esili per consentirgli di correre in sicurezza lungo il tracciato del Palio. Ciò nonostante, il povero cavallo, Oracle Force si chiamava, scese in pista e si infortunò gravemente rendendo inevitabile l'eutanasia. Per quella morte sono state rinviate a giudizio sei persone, tra cui tre veterinari, accusate di maltrattamento di animali. I tre veterinari, poi, sono chiamati a rispondere per il decesso di un altro cavallo, Golden Storming, anche lui infortunatosi durante quella edizione della Giostra. Secondo l'accusa, i tre avrebbero praticato l'eutanasia al cavallo senza anestesia preventiva.

Nonostante la tragedia consumatasi due anni fa (nel 2015 la giostra venne sospesa), nonostante le accuse che gravano sugli imputati, nonostante i forti dubbi circa la capacità degli organizzatori di garantire l'incolumità e la sicurezza dei cavalli – dubbi confermati dall'ormai prossima apertura del processo –; nonostante tutto, la Giostra tornerà a svolgersi tra pochi giorni. Al punto che la vendita dei biglietti, fanno sapere fonti di stampa, è già iniziata.

«Dopo tutto quello che è accaduto riteniamo inaccettabile che si faccia finta di niente e che si torni a correre come se nulla fosse successo», dichiara l'Enpa che si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario. «Anche perché, e la storia di questi mesi sembra confermarlo, nutriamo più di un dubbio sul garantire la sicurezza degli animali. A questo riguardo – prosegue l'associazione – sappiamo che è stato emanato un nuovo regolamento del Palio ma vorremmo sapere dall'amministrazione comunale come si arrivati alla sua approvazione; in particolare quali sono stati e il ruolo e il coinvolgimento del Comune».
Tuttavia, secondo la Protezione Animali, la questione dei palii, delle feste e delle sagre popolari trascende l'aspetto sicurezza. Infatti, il vero nodo critico è rappresentato dallo sfruttamento di altri esseri senzienti e dal coinvolgimento in attività che nulla hanno a che vedere con le loro caratteristiche etologiche e alle quali vengono il più delle volte costretti con la coercizione. Le tradizioni con tutto questo non hanno nulla a che vedere.

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