Animali, presunti maltrattamenti al canile di Galatina (Lecce). Assolta con formula piena ex presidente Sezione Enpa. Ribadito il buon nome di Enpa, che valuta azioni risarcitorie

Assolta “perché il fatto non costituisce reato”. Il Tribunale di Lecce chiude così la complessa vicenda giudiziaria di Maria Rosaria Pascali, già presidente dell’Enpa di Galatina (Lecce), accusata di aver detenuto in cani del canile di Latronica in “condizioni produttive di grande sofferenza”. Pascali, che all’epoca dei fatti era responsabile della struttura, era stata destinataria di un decreto penale di condanna (2mila euro di ammenda), per il quale aveva presentato opposizione proprio al Tribunale di Lecce, ritenendosi estranea alla vicenda.
 
«Questa sentenza rende finalmente giustizia a Maria Rosaria, il cui nome così come quello dell’Enpa è stato associato ad uno dei reati più infamanti che un animalista possa commettere. Tuttavia – commenta Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa – l’assoluzione non cancella il fango gettato da tante persone interessate solo a rimestare nel torbido pur di attaccare Enpa. Ne saranno chiamate a rispondere in sede giudiziaria e deontologica ».
 
E’ opportuno ricordare che nel 2009 il canile di Latronico, di proprietà del Comune, era stato sequestrato per carenze igieniche-igieno sanitarie. La Protezione Animali, che lo ha gestito fino al 2015, aveva segnalato tali criticità all’amministrazione comunale e chiesto una “messa a norma”.  Invano, però, perché il Comune voleva costruire una struttura nuova di zecca, dismettendo la vecchia. Malgrado le evidenti difficoltà e nell’esclusivo interesse degli animali, negli anni della sua gestione l’associazione ha comunque fatto il possibile per garantire condizioni di benessere ai cani.
 
Il “caso” dei falsi maltrattamenti scoppia proprio nel 2015 quando la mattina del 1° luglio la gestione del canile passa dall’Ente Nazionale Protezione Animali a un’altra associazione, l’Anta, di cui all’epoca era presidente Maria Voltino. Un’emittente televisiva locale, Telerama, chiamata sul posto dal nuovo gestore, documenta una presunta situazione di degrado igienico mentre le telecamere indugiano su alcuni animali. Cani – veniva detto – tenuti in cattive conidizioni di salute. In realtà, come Enpa ha ripetutamente precisato, la sporcizia era quella accumulata nel corso della notte; pertanto, le pulizie toccavano non al vecchio gestore, cioè Enpa, ma il nuovo. Vale a dire all’Anta. Quanto poi agli esemplari in cattive condizioni di salute, si trattava di animali anziani e malati. Che, è bene ricordarlo, sotto la gestione Enpa erano seguiti da ben due veterinari. Nessun maltrattamento, dunque.
 
Attenzione, però. Ben prima della sentenza del Tribunale di Lecce, a sgonfiare il caso ci aveva pensato l’Asl di Lecce con una ispezione nella struttura. «[…]La stessa parte del canile (dove erano ospitati gli animali, ndr) – si legge nella relazione Asl dell’aprile 2016, quindi successivamente alla gestione Enpa – evidenziava uno stato di degrado ancora più grave rispetto al precedente riscontro per la presenza di […] erba incolta, di evidenti carenze strutturali […], di scadenti condizioni igienico-sanitarie, rilevando escrementi di ratti all’interno dei box di isolamento». Di questo nessuno ha dato notizia.

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