«Apprendo dall'Eurodeputato del M5S Marco Zullo, citato da fonti di stampa, che i produttori europei di pellicce avrebbero organizzato presso la sede del Parlamento Europeo a Bruxelles un evento destinato a deputati e “decision makers” dell'Unione. Si tratta di una iniziativa che desta sgomento, e non solo per l' esibizione dei resti di esseri viventi messi a morte per soddisfare un vezzo della vanità. Ma per il contesto in cui si svolge: in quell'assembleare parlamentare che, in ossequio al Trattato di Lisbona, dovrebbe mostrare attenzione verso la tutela degli animali, non certo verso chi li uccide con l'obiettivo di venderne le pelli». Lo dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, che sottolinea come le istituzioni comunitarie, tradizionalmente sensibili alla protezione degli animali, dell'ambiente e della biodiversità siano recentemente cadute in contraddizione rispetto a questo corso.
Dalla direttiva sulla vivisezione ai finanziamenti indiretti alla corrida, fino alle posizioni favorevoli al TTIP, l'Unione Europea sembra avere affievolito quello slancio in materia di diritti degli animali, che pure ne ha caratterizzato l'agire politico, segnato da alcuni provvedimenti all'avanguardia, quali il bando sull'impiego di esseri viventi per i test cosmetici, o la rete di protezione della biodiversità.
«L'ospitalità concessa dall'Europarlamento ai produttori di pellicce è una iniziativa infelice e inopportuna – prosegue Rocchi – anche perché viene organizzata contro il sentire dei cittadini europei. Giova infatti ricordare che l'Olanda già si è mossa sul fronte dello stop agli allevamenti di animali da pelliccia; che la stragrande maggioranza degli italiani, addirittura il 90,7% (Eurispes, 2015) è contraria all'utilizzo di animali per la produzione di pellicce; che numerosi stilisti hanno guadagnato in notorietà e profitti proprio puntando sulla moda “cruelty free” . Ma soprattutto è doveroso ribadire che l'Europa non è solo mercato; è etica e solidarietà. E che il cammino verso l'integrazione europea passa anche per la tutela degli animali, non certo per la difesa di lobby che sembrano sempre più isolate nella nostra società».