Animali. Pastore tedesco impiccato a Rocca Priora (Roma), identificato presunto responsabile. Enpa: ci costituiamo parte civile. Grazie ai carabinieri

«Ringraziamo i carabinieri che con una vera e propria indagine lampo hanno identificato il presunto uccisore del cane lupo, impiccato sotto l’arco di ingresso di Rocca Priora. Se l’uomo sarà rinviato a giudizio, ci costituiremo parte civile nel procedimento che ne seguirà. In un contesto nel quale le uccisioni di randagi e lupi non si contano più, riusciamo finalmente a individuare uno degli autori degli animalicidi». L’Ente Nazionale Protezione Animali commenta così la denuncia per uccisione di animali a carico di un allevatore 67 enne sospettato di aver ucciso il povero cane. Stando a una prima ricostruzione degli investigatori, l’uomo avrebbe agito come “ritorsione” perché i suoi animali in passato sarebbero stati oggetto di predazione.

«Evidentemente si trattava di pecore incustodite altrimenti tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Le predazioni – prosegue Enpa – sono parte della natura. Possono, tuttavia, essere prevenute adottando semplici accorgimenti. E’ da irresponsabili pretendere di abbandonare gli animali cosiddetti da reddito a loro stessi senza che nulla accada. I veri colpevoli di queste predazioni non sono né i lupi, né i randagi e neanche gli ibridi, ma gli allevatori stessi».

Il povero pastore tedesco dunque è solo l'ultima vittima della campagna d'odio fomentata dalle lobby che spesso trovano una sponda nel mondo politico e istituzionale. Insomma, per i lupi e per ogni animale che gli somigli anche solo vagamente, c'è un vero stato di emergenza. Nell'ultima settimana, infatti, oltre al pastore tedesco di Rocca Priora, sono stati uccisi ben quattro lupi: due in Toscana, uno nelle Marche e uno in Basilicata. C'è poi, sempre per la zona dei Castelli Romani, il precedente di inizio ottobre, quando un cagnolina – una meticcia – è stata trovata impiccata a un albero nel parco di Rocca di Papa.

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