Lo avevano trova in un fosso profondo tre metri, a fine luglio, in una frazione di Motta Santa Lucia, nel Catanzarese. Lo avevano quindi soccorso, tre ragazzi, caricandolo su una barella improvvisata e lo avevano affidato alle cure di un veterinario. Ma le condizioni di Ares, un cucciolo fantasia di pochi mesi, erano disperate e tutto faceva pensare che il cagnolino non ce l’avrebbe fatta. Infatti il povero animale, magrissimo e infestato dai parassiti, aveva una frattura del cranio, un forte trauma a carico della spina dorsale e un grave danno neurologico. E invece, la voglia di vivere di Ares ha prevalso su tutto, anche sulla prognosi negativa. Il cane, un randagio che Enpa non esclude essere stato vittima di violenza, ha lottato con a forza che ancora aveva in corpo e giorno dopo giorno ha iniziato a migliorare. Lentamente, un po’ alla volta.
A fare la differenza non è stata soltanto la professionalità della veterinaria che lo ha avuto in cura, e che non si è mai arresa, è stato anche l’intervento dell’Ente Nazionale Protezione Animali. Infatti, grazie al progetto Rete Solidale di cui è responsabile da Paola Tintori, Enpa si è fatta carico del cucciolo coprendo tutte le spese medico-veterinarie – anche quelle di degenza – e trovandogli una sistemazione non appena le sue condizioni lo avessero consentito.
E alla fine Ares non solo è uscito dal tunnel – guarito al 100%, dicono i veterinari – ma ha trovato una sistemazione protetta, in Nord Italia, dove potrà vivere serenamente e dimenticare la terribile esperienza vissuta pochi mesi fa.
Nella foto: Ares dopo la guarigione