Animali. Il Ferrarese come la Chicago anni ‘20: cane rincorso, ucciso a fucilate e gettato in un sacco. Enpa in giudizio contro due dipendenti del consorzio di bonifica

In caso di rinvio a giudizio, che sembra ormai scontato vista la dinamica dei fatti, l’Ente Nazionale Protezione Animali si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario contro i due individui, dipendenti del Consorzio di Bonifica Burana, che hanno ucciso un cane meticcio presso l’impianto idrovoro di Bondeno (Ferrara) gestito dallo stesso consorzio. La ricostruzione dell’animalicidio riportata da fonti di stampa – il meticcio è stato inseguito e poi, non appena a tiro, colpito a fucilate; infine chiuso in un sacco della spazzatura e gettato via – fa pensare ad una vera e propria esecuzione stile Chicago anni ‘20.

In attesa che i due siano formalmente imputati, l’Enpa chiede che, vista la gravità dei comportamenti di cui sono sospettati, siano presi alcuni provvedimenti a loro carico, cominciando da una sospensione dal servizio presso il Consorzio e dal ritiro del porto d’armi. La Protezione Animali chiede inoltre alle autorità competenti di fare tutte le verifiche del caso per accertare se gli uccisori del meticcio non fossero anche dei cacciatori: in tal caso la sospensione e il ritiro del tesserino venatorio sarebbero un passaggio doveroso e ineludibile.

«Apprendo che di fronte ad un crimine così raccapricciante, accaduto tra l’altro su quello che può essere considerato il luogo di lavoro dei due personaggi, il Consorzio di Bonifica ha annunciato provvedimenti disciplinari a loro carico. Mi auguro che le intenzioni e le parole abbiano un seguito: quanto accaduto a Bondeno è un fatto di inaudita crudeltà. Un fatto che ricorda la pratica con cui alcuni cacciatori erano soliti “disfarsi” degli animali non più adatti all’attività venatoria. A questi reati è fondamentale rispondere in modo fermo e adeguato», dichiara Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa. «Naturalmente – prosegue Rocchi – siamo in prima in fila per tutte le iniziative, giudiziarie e non, che si rendessero necessarie per dare giustizia al povero cagnolino».

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