«Sarebbe molto interessante sapere dal sottosegretario all'Ambiente, la deputata leghista Vannia Gava, quale interesse pubblico possa esserci all'immissione nei nostri fiumi di specie alloctone; specie, lo ricordiamo, potenzialmente pericolose per l'ambiente e per la fauna autoctona». L'Ente Nazionale Protezione Animali attacca così il regolamento approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, con cui si vorrebbe modificare il DPR 357/97, vale a dire la norma di recepimento della direttiva europea "Habitat" sulla conservazione degli ecosistemi e della natura. «Più che di un interesse pubblico – prosegue l'associazione –dovremmo parlare di un interesse privato visto che i principi di tutela stabiliti dalla direttiva Habitat vengono calpestati in nome della pesca ricreativa e delle gare "sportive", per compiacere la categoria dei pescatori. Ci appelliamo non solo al ministro Costa ma anche al Presidente della Repubblica, affinché il Capo dello Stato promuova una più ampia riflessione circa l'opportunità di una deroga molto dannosa che aprirebbe contenziosi con l'Unione Europea».
Il DPR 357/97, quello che la sottosegretaria leghista vorrebbe indebolire, vieta "la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone", proprio a causa delle conseguenze negative che le specie alloctone possono produrre su quelle autoctone. Le quali possono veder minacciata la loro stessa sopravvivenza.Insomma, i divieti previsti dal decreto del Presidente della Repubblica (così come modificato nel 2003) sono stati dettati proprio dall'esigenza tutelare i nostri ecosistemi, con un particolare riferimento agli ambienti fluviali. Del resto già oggi sono in atto campagne di sterminio contro le specie alloctone, la cui diffusione nel nostro Paese è dovuta a comportamenti irresponsabili, se non chiaramente in malafede, di privati e commercianti. Questa attività di contrasto, spietata e crudele, è comunque destinata la fallimento, poiché le uccisioni di animali sono inefficaci ai fini del controllo numerico delle popolazioni.
Stravolgere il DPR 357/97 non farebbe che esasperare la crisi della biodiversità, la cui protezione deve sempre rappresentare un obiettivo prioritario, per tutti ma soprattutto per chi siede al dicastero dell'ambiente, con un compito di responsabilità' istituzionale. Naturalmente Enpa è pronta a contrastare in ogni sede i tentativi di smantellare il regime di tutela previsto dall'attuale normativa.
Nella foto: Vannia Gava