Animali. Il cane Santiago sta meglio grazie ad una protesi mascellare. Enpa: ringraziamo di cuore l’Università di Sassari, continueremo a seguire il decorso

Continuano a migliorare le condizioni di salute di Santiago, il cane che a Natale aveva commosso l'Italia dopo che una fucilata gli aveva asportato la mandibola. Soccorso da alcuni bambini, l'animale è stato subito affidato alle cure dell'Ospedale Didattico Veterinario del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Sassari. I medici che hanno in cura Santiago non solo hanno evitato la morte dell'animale, ma, come reso noto dalla stessa struttura veterinaria, sono riusciti a impiantare con una protesi mascellare che dovrebbe permettere il recupero della funzione masticatoria.

Proprio in questi giorni, il direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria, il professore Eraldo Sanna Passino, fa sapere che è iniziato un lungo percorso di riabilitazione al termine del quale Santiago dovrebbe riprendere le funzioni fisiologiche indispensabili alla prensione degli alimenti e alla deglutizione autonoma. Ma c'è un'altra buona notizia: a metà febbraio è stato asportato il sondino esofageo attraverso cui il povero animale veniva nutrito artificialmente. Nonostante questi progressi, i veterinari ritengono di non potere ancora sciogliere la prognosi, che rimane pertanto riservata. Anche perché il quadro clinico di Santiago è stato complicato dalla diagnosi di una filariosi cardiopolmonare attualmente sotto controllo farmacologico.

A seguire il povero cane non sono soltanto i veterinari della clinica universitaria ma il coordinatore regionale Enpa per la Sardegna, Giuseppe Fascì, e il veterinario dell'Ente Nazionale Protezione Animali Meir Levy. « Tutti noi siamo estremamente grati all'equipe che si sta prendendo cura di Santiago e a Giacomo Deriu, chirurgo maxillo-facciale dell'AOU di Sassari che ha eseguito l'intervento chirurgico. Hanno dato prova non solo di eccellenza professionale ma di un profondo attaccamento affettivo al loro paziente. Continuiamo a tenere le dita incrociatein attesa che Santiago possa ristabilirsi del tutto; fino ad allora – commenta Giuseppe Fascì – gli staremo accanto come abbiamo sempre fatto».

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