Animali e pubblicità ingannevole. Amadori si “piega” all’AGCM sul benessere animale. Il procedimento avviato da Enpa: «Grande vittoria, vigileremo sul rispetto degli impegni presi»

Come richiesto da Enpa, Amadori ha finalmente iniziato a modificare le informazioni sul proprio sito internet relative all’allevamento e al benessere animale. L’iniziativa dell’azienda cesenate nasce da un procedimento per pubblicità ingannevole aperto da Enpa contro la Società Cooperativa Agricola Gesco (azienda del Gruppo Amadori che si occupa della produzione e commercializzazione di carni avicole e suine) davanti all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM).
 
A finire sotto accusa sono state le comunicazioni commerciali con cui la Amadori pubblicizzava il proprio impegno a tutela del benessere animale, vantando un “trattamento di favore” per tutti gli animali dei suoi allevamenti. Invece, secondo l’Autorità, esso si riferiva esclusivamente a due prodotti di nicchia – il “Pollo Campese” e “Qualità 10+” – e, di conseguenza, non doveva essere esteso all’intera filiera.
 
In seguito all’apertura del procedimento, la Gesco ha presentato una proposta di impegni per rettificare le informazioni divulgate sul sito web e sulle brochure, e ha iniziato a modificare layout grafico, immagini e contenuti. «Prendiamo atto di questo intervento. Nei prossimi giorni – spiega l’avvocato Manuela Giacomini che ha rappresentato Enpa – vigileremo anche noi sul rispetto di tali impegni. Se a nostro avviso non sarà stato sufficiente a garantire una comunicazione corretta e trasparente, ci attiveremo per chiedere una riapertura del procedimento». In caso di inadempimento la ditta romagnola tornerebbe dinanzi all’Autorità, che potrebbe infliggerle una sanzi0ne amministrativa pecuniaria da 10mila a 5 milioni di euro, fino alla sospensione dell’attività d’impresa per 30 giorni (se l’inadempienza dovesse protrarsi).
 
«Aver costretto alla retromarcia un’azienda come la Amadori, con una strategia di comunicazione molto forte, rappresenta un grande successo per Enpa. Soprattutto – commenta la presidente di Enpa, Carla Rocchi –  che in parte rende “giustizia” a quel concetto di benessere animale che molte aziende oggi utilizzano come un jolly per aumentare la penetrazione nel mercato e che non sempre viene applicato alla lettera. Del resto, l’unico modo di proteggere realmente gli animali è quello di non mangiarli».

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