Animali e caccia. I Bracconieri sparano ancora in Liguria: aquila minore ferita all’occhio da un pallino. Forse non volerà più. Enpa: situazione fuori controllo, stop alla caccia

E’ ancora presto per dire se riacquisterà l’uso dell’occhio destro e se un giorno potrà mai tornare a volare. In queste ore, la preoccupazione principale del veterinario Enpa che la sta curando nel CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) gestito da Enpa a Campomorone (Genova) è quella di stabilizzarla e di evitare ogni possibile complicazione che ne metta in pericolo la vita. Quel che è certo è che a ridurre in questo stato un esemplare di aquila minore (aquila pennata, un migratore particolarmente protetto) non è stato né un incidente né un caso. E’ stato, invece, il fucile di un bracconiere, che, come dimostrano le radiografie fatte dal veterinario Enpa, l’ha centrata con un pallino proprio all’occhio destro. Un atto deliberato e consapevole di aggressione che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi – letali, forse – se l’aquila non fosse stata trovata nella zona di Sestri Ponente (Genova) da alcuni residenti e non fosse stata affidata al CRAS Enpa. I volontari, pur con tutte le cautele del caso, sono moderatamente ottimisti per quanto riguarda lo scioglimento della prognosi, lo sono un po’ meno circa un pieno e totale recupero del rapace. Insomma, il rischio concreto che l’uccello non possa più tornare in natura c’è ed è concreto.

«Con le “doppiette”, in Liguria ma non solo, la situazione è fuori controllo. Registriamo purtroppo una preoccupante impennata del bracconaggio che – spiega Massimo Pigoni, responsabile del Cras Enpa – trova il suo humus e si nutre di un retroterra culturale e politico molto sensibile alle ragioni dei cacciatori. Penso a provvedimenti illegittimi bocciati dal Tar e riproposti dalla Regione; penso ai cacciatori che a torto si illudono di avere mano libera; penso alla disperata ricerca del consenso politico da parte di un mondo venatorio in estrema difficoltà e sempre più osteggiato, senza contare la totale insufficienza di controlli sul territorio».

I risultati dei “favori” concessi ai cacciatori: animali massacrati, ultima in ordine di tempo la povera aquila minore, ma anche tantissime vittime umane. «Tacciano i fucili e tacciano subito. La politica – conclude Pigoni – faccia un atto di responsabilità: fermi la caccia. Perché non vorremmo proprio doverci trovare a piangere un altre vittime».

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