Animali. Dall’Italia e dall’Europa più di 67mila firme in difesa di Ina Ritan, la volontaria bosniaca che salva i cani. Enpa: contro di lei accuse “politiche”, Ina riempie il vuoto delle istituzioni

L’Italia si mobilita per la volontaria bosniaca Ina Ritanfinita ingiustamente sotto accusa per detenzione illegale di cani, vendita illegale di cani e infine di trasporto illegale di cani all’estero. In pochi giorni la petizione sulla piattaforma change.org ha già superato quota 67mila firme, con sottoscrizioni da tutta Europa. A promuoverla è Enpa, che da anni collabora con la volontaria e con la sua associazione, Prijedor Emergency.

Insegnante d’inglese, Ina ha dedicato la sua ad aiutare i cani randagi della città di Prijedor, nella Bosnia settentrionale. Una realtà complessa e difficile, quella di Prijedor, dove i diritti degli animali sono spesso ignorati e dove la volontaria gestisce un piccolo rifugio costruito con fatica grazie all’impegno diretto dell’associazione italo-bosniaca Prijedor Emergency e con il sostegno di Enpa. Nella struttura i randagi non vengono soppressi; vengono accuditi, curati e messi in adozione. L’attività di Ina e il networksolidale che lei è riuscita a costruire nel tempo hanno così permesso a moltissimi cani di trovare una casa al di fuori dei confini della Bosnia Erzegovina e di vivere quella vita serena che nel Paese balcanico sarebbe stata negata loro. Le adozioni – 180 nel solo 2018 – sono state realizzate nel rispetto delle procedure dell’Unione Europea, molto più “garantiste” rispetto a quelle imposte dalla normativa bosniaca. Nessun animale è stato venduto né detenuto o trasportato illegalmente.

A Ina Ritan e ai suoi partner internazionali, tra cui Prijedor Emergency e Enpa, si deve anche la prima campagna di sterilizzazione dei randagi a Prijedor e da marzo 2018, la massiccia campagna di sterilizzazione di massa finanziata dagli inglesi di Dogs Trust per ridurre il tasso di randagismo.

La storia personale, l’impegno, i tanti animali salvati, le collaborazioni internazionali di altissimo profilo, testimoniano l’infondatezza delle accuse contro Ina Ritan, che ha sempre agito nell’interesse dei cani e della collettività, colmando spesso le inadempienze delle autorità locali. Le contestazioni alla volontaria arrivano dopo che lei ha più volte criticato il comune di Prijedor per le politiche sul randagismo e attaccato la gestione del canile municipale di Prijedor (la struttura di Kurevo) dove i cani sono tenuti in pessime condizioni. «Alle istituzioni di Prijedor – dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali – chiediamo, insieme a 67mila cittadini italiani ed europei, di far cadere le accuse contro Ina e di collaborare attivamente con lei». Il randagismo si batte con fatti e azioni concrete, non discriminando chi ha dimostrato di saperlo contrastare.

Enpa ha raccontato lo straordinario lavoro di Ina Ritan nel docufilm “Ina e gli altri” (https://youtu.be/GA7_c_wdjQk).

La petizione per Ina 

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