Animali. Convenzione Coldiretti e Parco del Sasso Simone, Enpa: le uccisioni di selvatici sono una strategia fallimentare. Presto una petizione per chiedere un netto cambio di rotta

Inutile, antiscientifica e del tutto fuori luogo. Così l’Ente Nazionale Protezione Animali sulla convenzione stipulata tra il Parco del Sasso Simone e Simoncello e Coldiretti, che permette agli agricoltori di catturare, macellare e vendere i cinghiali e, quindi, di ottenere profitti da animali – quali i selvatici – considerati bene indisponibile dello Stato.

«E’ evidente che l’aver autorizzato per decenni politiche di uccisione degli animali non ha mai portato ad alcun risultato. Invece di rivedere e smantellare una politica fallimentare, la gestione faunistica affidata al mondo venatorio, la convenzione tra il Parco e Coldiretti la amplia, estendendola addirittura agli agricoltori. I quali saranno così autorizzati a mercificare gli animali selvatici. Ancora più sorprendente poi è il fatto che un luogo preposto alla tutela della natura, sia  invece destinato a diventare teatro di catture e massacri di animali. Il tutto finalizzato probabilmente a qualche consenso in più».

Per quanto concerne il presunto e del tutto infondato “allarme cinghiali” sarebbe interessante sapere se sono mai stati eseguiti censimenti sulle popolazioni e, nel caso, chi li ha effettuati. Ma sarebbe ancora più interessante sapere se le richieste di indennizzo presentate dagli agricoltori vengono verificate e quali strumenti di prevenzione sono posti in essere su quel territorio per evitare possibili danni.

«Oggi il mondo scientifico e anche buona parte di quello politico condannano le uccisioni di animali che hanno dimostrato di essere dannose e del tutto inutili a prevenire eventuali squilibri nelle popolazioni dei cinghiali e, più in generale, dei selvatici. Peraltro – conclude Enpa – non è pensabile di poter affidare la “gestione” faunistica a quelle categorie sociale che, per interesse economico o desiderio di imbracciare il fucile, hanno in linea di principio meno interesse di tutti a contrastare possibili situazioni di sovrannumero tra i selvatici. Siamo in presenza di due strategie in contrapposizione».

Su questo l’associazione lancerà a breve una petizione chiedendo a tutti gli attori coinvolti un netto e drastico cambio di rotta. 

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