Animali. Coltivava marijuana e deteneva fauna protetta, confermato il sequestro degli 85 uccelli affidati a Enpa. Si ipotizza anche maltrattamento, in corso gli accertamenti

Il Gip del Tribunale di Genova ha confermato il sequestro di 85 uccelli (66 usignoli giapponesi, 6 lucherini, 11 tordi, 2 fringuelli) operato ieri dai Carabinieri della stazione di Lavagna (Genova). Gli animali, tutti appartenenti a specie protetta, erano detenuti da un 38enne bergamasco che viveva in una baracca e che ieri è stato processato per direttissima con l’accusa di spaccio perché trovato in possesso di cento grammi di marijuana.

Ancora in corso, invece, le indagini per i reati che coinvolgono gli animali. In questo caso, l’uomo dovrebbe essere chiamato a rispondere di detenzione di fauna protetta, di uccellagione – ossia la cattura con mezzi illeciti di animali protetti – di possesso e commercio di fauna tutelata dalla convenzione Cites. La detenzione e il commercio degli usignoli giapponesi, sono infatti soggetti a restrizioni e pertanto devono essere opportunamente autorizzati, ma l’indagato non aveva questi documenti.

E l’elenco dei capi di imputazione potrebbe diventare ancora più lungo se dovessero trovare riscontro i sospetti dei volontari Enpa, i quali, hanno riscontrato uno stato di sofferenza su molti degli animali affidati loro. «Numerosi uccelli avevano il piumaggio rovinato, ma al momento non siamo ancora in grado di stabilire se questo sia dovuto a una cattiva detenzione, prefigurando quindi un possibile maltrattamento, oppure ad una possibile cattura in natura, con le reti. Sono in corso accertamenti veterinari di cui attendiamo gli esiti», spiega Massimo Pigoni, responsabile del Cras Enpa di Campomorone che è attualmente custode giudiziario degli animali. Appena possibile, gli uccelli saranno restituiti al loro ambiente. Non tutti, però. I 66 usignoli giapponesi potrebbero dover vivere il resto della loro vita al Centro Enpa, poiché, appartenendo ad una specie alloctona, non possono essere liberati in natura.

«Con l’occasione, è opportuno ricordare che l’indagato, per quanto possa naif e sopra le righe, è comunque sospettato di aver commesso gravi reati. A tutti – conclude Pigoni – chiedo di non sottovalutarli mai, derubricandoli magari a fatti stravaganti. I reati contro gli animali devono essere trattati per quello che sono: delitti non solo contro altri viventi ma contro la collettività».

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