Animali. Cane impiccato a Rocca Priora (Roma). Enpa: un’altra vittima della campagna d’odio contro i lupi. Approvare il Piano Lupo senza uccisioni

E' stato scambiato per un lupo il cane impiccato ieri a Rocca Priora (Roma) sotto l'arco d'ingresso della città. Non è chiaro se si tratti di un animale di proprietà o di un randagio; l'unica cosa certa, al momento, è che il povero cane è l'ultima vittima di cui siamo a conoscenza della campagna d'odio fomentata dagli allevatori estremisti, spesso spalleggiati dalle istituzioni. Insomma, per i lupi e per ogni animale che gli somigli anche solo vagamente, c'è un vero stato di emergenza. Nell'ultima settimana, infatti, oltre al pastore tedesco di Rocca Priora, sono stati uccisi ben quattro lupi: due in Toscana, uno nella Marche e uno in Basilicata. C'è poi, sempre per la zona dei Castelli Romani, il precedente di inizio ottobre, quando un cagnolina – una meticcia – è stata trovata impiccata a un albero nel parco di Rocca di Papa.

Insomma, secondo Enpa questi episodi non sono isolati, ma parte di una strategia finalizzata a ricattare le istituzioni per ottenere deroghe al regime di protezione speciale di cui gode questa specie particolarmente protetta. In altri termini, per avere la possibilità di massacrarli "legalmente". Le Regioni filovenatorie da mesi si affannano per ottenere il via libera alle uccisioni, in modo da "accontentare" bracconieri e allevatori senza scrupoli: oggi la Toscana ha chiesto una autorizzazione per sparare al 5% dei Lupi presenti sul territorio, facendo così il gioco di bracconieri e allevatori senza scrupoli.  «Il silenzio dei rappresentanti politici, a ogni livello, è complice dei bracconieri. I quali – spiega l'associazione – pensano di poter agire indisturbati, magari con l'illusione dell'impunità. In sprezzo della legalità e di milioni di italiani che hanno protestato contro ogni ipotesi di uccisione. E che sono pronti a mobilitarsi ancora una volta in difesa dei lupi».

Per questo, occorre approvare il Piano Lupo nella versione che non prevede la possibilità di uccidere gli animali, puntando invece sull'obbligo di applicare misure di prevenzione – ad esempio: recinzioni mobili, guardiania, sorveglianza con cani da pastore – che già in passato hanno dimostrato di poter risolvere eventuali problemi di convivenza. Misure che alcuni allevatori si rifiutano di applicare. Bisogna poi aumentare la sorveglianza contro il bracconaggio, con l'intensificazione dei controlli sul territorio ma anche con l'installazione di telecamere nelle zone più a rischio, come i segnali di ingresso dei centri abitati.

Di fronte alla strategia del silenzio adottata dal ministro Galletti, principale sostenitore delle uccisioni di lupi, Enpa ha inviato scritto al presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini, chiedendo un svolta sul Piano Lupo. «La attendono soprattutto milioni di cittadini. Cittadini che – ha scritto Enpa a Bonaccini – chiedono ai loro rappresentanti di tutelare il lupo, non di ucciderlo».

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