Che il consumo di carne, oltre ad essere dannoso per la salute umana ed a rappresentare uno dei principali fattori inquinanti del pianeta, è anche responsabile dell'emissione di gas serra e quindi del riscaldamento globale, è un fatto risaputo. Meno nota era la precisa stima dei gas serra associati alla produzione ed alla lavorazione degli alimenti. A quantificarli ci ha pensato un gruppo di ricerca inglese che ha non solo calcolato l'anidride carbonica emessa per la produzione di ben 94 tipi di derrate alimentari, ma ha anche confrontato diversi tipi di dieta per valutare l'impatto che ciascuna di esse ha sul riscaldamento globale.
E ancora una volta i dati mettono in luce come i menù “cruelty free” vegano e vegetariano siano quelli a minor impatto ambientale. «Per soddisfare la richiesta giornaliera di chi consuma carne in grande quantità – spiega il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri -, vengono prodotti ben 7,2 chilogrammi di anidride carbonica a persona, pari al doppio di quelli necessari per la dieta vegan (appena 2,9 chilogrammi) e vegetariana (3,8 chilogrammi).»
Una conferma in tal senso arriva anche dalla stima della CO2 emessa per la produzione delle singole derrate alimentari: in termini di anidride carbonica, gli alimenti più dispendiosi sono quelli legati alla produzione ed alla lavorazione della carne. In cima alla classifica dei più inquinanti c'è quella bovina, un chilogrammo della quale “costa” addirittura 68,8 chilogrammi CO2, seguita dalla carne ovina (64,2 kg), e dalla lavorazione delle interiora (35,9 kg). Invece, gli ingredienti base delle diete cruelty free occupano le posizioni più defilate e si dimostrano, ancora una volta, a basso impatto ambientale: per produrre un chilo di mais vengono emessi appena 0,7 kg di anidride carbonica; 0,8 per un chilo di fagioli e addirittura 0,4 per un chilogrammo di patate.
«Insomma – prosegue Ferri – se vogliamo finalmente fare pace con il nostro pianeta, se vogliamo definirci realmente ambientalisti e seguire uno stile di vita rispettoso di tutti gli esseri viventi, se vogliamo fermare una volta per tutte il riscaldamento globale e i disastri di cui esso è causa; in altri termini se vogliamo assicurare un futuro a noi stessi ed ai nostri figli, si deve smettere di consumare carne. Non si tratta più di una scelta ma di una necessità ormai improcrastinabile.»
Fonte: Dietary greenhouse gas emissions of meat-eaters, fish-eaters, vegetarians and vegans in the UK, Peter Scarborough & Paul N. Appleby & Anja Mizdrak &,Adam D. M. Briggs& Ruth C. Travis& Kathryn E. Bradbury &Timothy J. Keyche